Operaio morto alla Farnesina, il giovane Fabio Palotti di 39 anni ha cercato con ogni sua forza di salvarsi nell’intercapedine in cui si era rannicchiato. Il magistrato in seguito alla sua morte ha disposto l’autopsia che ha svelato alcuni dettagli fondamentali per fare chiarezza su cosa sia realmente accaduto.
Nel corso di questi ultimi giorni il magistrato insieme ad un consulente di parte stanno cercando di far luce sulla vera morte di Palotti. Le prime ipotesi fornite agli inquirenti affermano che il decesso del giovane ragazzo è avvenuta il giorno prima del ritrovamento del corpo.
A seguito delle varie novità emerse sulla morte di Fabio, suo padre Luigi Palotti ha rilasciato una lunga intervista a La Repubblica, riportando il suo pensiero e il suo dolore. “Voglio la verità” è la prima frase che il genitore afferma nei confronti dei magistrati che si stanno occupando del caso.
Operaio morto alla Farnesina, il padre: “Poteva essere salvato”
Luigi Palotti come riportato a La Repubblica si mostra arrabbiato nei confronti della vigilanza del ministero della Farnesina. Quest’ultimo infatti, avrebbe dovuto garantire la sicurezza di ogni suo operaio come il 39enne Fabio.
Dopo le prime parole del magistrato, il genitore si chiede come sia possibile che nessuno abbia svolto dei controlli per vedere chi fosse o meno rimasto nel palazzo. Secondo Luigi non è possibile che nessuno non abbia visto il corpo privo di vita del 39enne schiacciato dall’ascensore mentre svolgeva il suo lavoro.
Palotti e tutta la sua famiglia non riescono a farsi pace: “Se qualcuno lo avesse trovato in tempo, se qualcuno avesse sentito le sue urla, forse Fabio si sarebbe salvato? Magari era ferito, e invece è finita così”.
La prima domanda a cui il genitore di famiglia cerca risposta è quale sia il regolamento nei confronti della manutenzione degli ascensori. Quest’ultimo infatti, si chiede se suo figlio dovesse o meno essere li e se qualcuno avrebbe dovuto affiancarlo nell’operazione di manutenzione.
La Procura di Roma in merito a tutti questi dubbi ha aperto un fascicolo per omicidio colposo contro ignoti. Nei prossimi giorni saranno ascoltati il titolare della ditta per cui Fabio lavorava ed anche un collega vicino alla vittima.
Nel corso delle varie indagini non è ancora emerso il cellulare di Fabio. L’avvocato Michele Montesoro ha affermato: “Non è stato ancora trovato nonostante fosse stata sollecitata la ricerca. Nessuno si perde il cellulare, e non è stato cercato nel vano ascensore dove molto probabilmente è caduto. È molto strano”.