Decreto Sostegni. Il consiglio dei ministri di ieri pomeriggio ha approvato il Decreto Sostegni. Una manovra da 32 miliardi che aveva come obiettivo principale “dare più soldi possibile a più gente possibile nel più breve tempo possibile” – come ha detto il premier Mario Draghi.
Come previsto dal decreto ci sarà un forte aumento di risorse per il Reddito di cittadinanza. Il fine è di tenere conto dell’aumento delle domande e il rinnovo, per altri mesi. Confermato anche il Reddito di emergenza con l’ampliamento della platea dei potenziali beneficiari.
Un miliardo in più al Rdc per un totale di 2,5 miliardi e la possibilità di sospenderlo per al massimo sei mesi, in caso di contratti di lavoro fino a 10 mila euro. Il Rem viene ripristinato invece con una dote da 1,5 miliardi.
Per quest’ultimo si allentano i requisiti di accesso. Cresce la soglia massima per i nuclei familiari che risiedono in abitazione in affitto e il sussidio viene esteso anche ai soggetti che hanno terminato tra il 1 luglio 2020 e il 28 febbraio 2021 l’indennità Naspi e Discoll.
Decreto Sostegni, ancora spazio per Reddito di cittadinanza e Reddito di emergenza
I due terzi delle persone che percepiscono il Reddito di cittadinanza secondo i dati INPS vivono al Sud con oltre 673.000 nuclei familiari coinvolti. In testa la Campania che con oltre 192mila famiglie coinvolte è la regione con più nuclei tutelati dalla misura simbolo del governo giallo-verde.
Per il reddito di emergenza sono state erogate nel complesso oltre un milione e mezzo di mensilità.
“Misure di grande importanza per quanto attiene il lavoro e anche di grande significato per la povertà – ha detto il ministro del Lavoro Andrea Orlando – che è la questione che ci preoccupa e ci deve vedere più attenti nel corso dei prossimi mesi”.
Altra novità importante è anche lo stralcio delle cartelle esattoriali. Ad essere annullate saranno quelle relative al periodo 2000-2010. I crediti iscritti a ruolo non dovranno essere superiori a 5mila euro, comprensivi di sanzioni e interessi. Secondo le stime finiranno nel cestino circa 7 milioni di cartelle. Ma potranno usufruirne solo le persone fisiche o società che hanno un reddito imponibile non superiore a 30mila euro.