A Palermo la scomparsa del piccolo Cristian di soli 7 anni ha segnato profondamente l’intera comunità a seguito di quanto accaduto in ospedale. Una storia che in breve tempora ha fatto il giro d’Italia dopo le parole dei genitori che, hanno portato a galla ancora una volta l’ennesimo gesto di malasanità che sta segnando da mesi il nostro Paese.
Si tratta di una denuncia portata avanti dalla famiglia, che ha voluto parlare pubblicamente di quanto è accaduto, e quanto faranno fatica a scordare.
È davvero triste quello che è capito ai genitori siciliani, che ha dovuto vedere il figlioletto di soli 7 anni venire a mancare all’interno del reparto di cardiochirurgia, poco dopo un’operazione al cuore.
Palermo, Cristian Trapani muore a 7 anni: La denuncia dei genitori
Di recente sono proprio i genitori a condividere quanto accaduto, come riportato da La Repubblica: “Nel momento della morte del nostro bimbo di 7 anni non era presente neanche il medico di guardia, solo un infermiere. A confortarci solo la donna delle pulizie che piangeva insieme a noi”.
Queste sono le parole con cui hanno aperto l’intervista i genitori colmi di dolore. Il tutto è avvenuto all’interno dell’ospedale Civico di Palermo, luogo in cui hanno perso il figlio di soli 7 anni, lo scorso 6 aprile.
Si tratta di una denuncia molto forte, che ha subito spinto la direzione del Civico di Palermo ad aprire un’inchiesta con l’invio di alcuni ispettori dell’assessore regionale alla Salute. Il piccolo era affetto da cardiopatia congenita, ed aveva già subito 2 interventi.
Nonostante i medici avessero definito le sue condizioni “buone” avevano comunque deciso di effettuare al piccolo un terzo intervento. Ma qualcosa non è andato nel verso giusto durante l’intervento, ed il piccolo è venuto a mancare come raccontato dai genitori a la Repubblica.
Durante l’intervista hanno poi aggiunto: “Qualcuno dovrà spiegarci come un bambino entra in ospedale in buone condizioni per un intervento ed invece viene sottoposto a 3 interventi […]. Ma a noi interessa riportare la nostra drammatica esperienza perché ciò non accada più ad altre ignare famiglie ed ai loro innocenti figli”.
La denuncia ha poi avuto continuo con le seguenti parole: “Ci siamo trovati catapultati in una realtà che non pensavamo potesse esistere. Una divisione con pochi pazienti, con un personale medico ed infermieristico spesso disattento, poco professionale, poco interessato al paziente ed inesperto”.
“Eravamo noi genitori a dovere chiamare gli infermieri che riposavano in un’altra stanza. Eravamo spesso noi genitori a dovere ricordare al personale che bisognava somministrare la terapia prevista. Talora chiedevano a noi genitori di accompagnare il bambino all’esterno per consulenze o esami”.
Successivamente, hanno voluto descrivere uno dei momenti più difficile per qualsiasi genitore: “Abbiamo dovuto ricomporre e vestire noi nostro figlio. Non hanno avuto neanche rispetto per il ca****re. A confortarci solo la donna delle pulizie che piangeva insieme a noi”.
Hanno poi concluso la lettera affermando: “Possiamo affermare con coscienza che nella cardiochirurgia di Palermo non abbiamo visto eccellenza delle cure ma tanta dis****ità e rimpiangiamo di non essere andati altrove. Sappiamo che ci accuseranno di essere inca****iti dal dolore per la perdita di nostro figlio. Ma non è vero”.