La storia che stiamo per raccontarvi ha come protagonisti Pavel e il suo padrone. Pavel è un cane e nello specifico un labrador color nocciola che ha commosso davvero tutti. Il suo padrone purtroppo è deceduto e proprio quando si sono svolti i funerali, Pavel ha voluto partecipare ma purtroppo il prete non gli ha permesso di accedere in chiesa.
Pavel ha seguito tutto fuori dalla chiesa di Piergiorgio Frassati a Torino piangendo e ululando, dando così il suo ultimo saluto al suo padrone Giorgio. Pavel è ormai vecchietto ma ha trascorso gran parte della sua vita insieme al suo padrone fino a che non è arrivata la malattia che lo ha portato via.
Per tutto il decorso della malattia, non lo ha mai mollato un attimo e lo stesso avrebbe voluto fare il giorno del funerale. Purtroppo il parroco non ha permesso che ciò avvenisse. Per il parroco della Chiesa di Pier Giorgio Frassati a Torino, Pavel non meritava di entrare durante il funerale.
Pavel vuole dare l’ultimo saluto al padrone ma non può entrare in Chiesa
Il prete non ha dato al labrador la possibilità di stare accanto a Giorgio fino all’ultimo, proprio nel momento più doloroso ovvero quello dell’ultimo saluto. Ma lui ha seguito tutto da fuori, piangendo ed ululando per il suo padrone Giorgio che purtroppo era passato a miglior vita.
«Non si portano animali in chiesa, lo sapeva anche San Francesco», si è giustificato in questo modo il parroco che non ha permesso che Pavel entrasse. «Questa è casa mia e decido io chi entra», ha aggiunto poi. Il fatto è stato denunciato da un vicino di casa che ha pensato bene che questa storia venisse raccontata.
Così ha deciso di scrivere un post su Facebook. «I cani possono entrare in chiesa in casi eccezionali come funerali di persone anziane molto legate al proprio amico a 4 zampe? Secondo una parrocchia di Torino zona borgata Frassati evidentemente no. E così, stamattina, questo simpatico ed educato Labrador che si chiama Pavel è rimasto fuori dalla parrocchia piangendo e ululando per un’ora al funerale del suo padrone, mio vicino di casa».
La polemica
In molti non hanno apprezzato la decisione del parroco e per questo si è scatenata una vera e propria rivolta sul web. Alessia, ad esempio ha scritto un lungo post alimentando questa polemica e dicendo la sua.
«Sto realizzando solo ora. Al primo NO, è stato chiesto di farlo stare almeno sulla porta, prima dell’ingresso. Lontano da quelle figure ben vestite che come prima scusa hanno da subito usato quella dell’essere allergici. Non gliel avremmo buttato addosso, per carità.
Ma siamo persone rispettose e abbiamo capito. Anche se avremmo voluto solo che stesse vicino al suo padrone come ha fatto sempre e soprattutto nelle ultime ore. Perché si, lui aveva capito e vegliava sul suo amico umano. Educatamente e silenziosamente come solo Pavel sa essere si è allora fatto da parte.
Hanno insistito e l’hanno fatto indietreggiare ancora, praticamente fuori dalla chiesa. Da lì ha fatto dei piccoli e comprensibili lamenti. La mia famiglia, cattolica e credente, ha deciso, seppure in un momento di dolore, di tenersi ben stretta la busta destinata al caro padre (volutamente scritto minuscolo). I cani e i gatti dentro le gabbie dei canili ringraziano. Così sia».