A quanto pare, per alcuni titolari di alcune tipologie di pensioni, potrebbe esserci un bonus tredicesima ad alleggerire i pesanti aumenti. Secondo il comma 7 dell’articolo 70 della legge 388 del 23 dicembre 2020.
Ovviamente, si parla solamente di assicurazioni generali obbligatorie o in forme sostitutive, esclusive ed esonerative della medesima, legata ai titolari di uno (o più di uno) trattamenti pensionistici.
Scopriamo insieme i vari importi della pensione ma in particolar modo il bonus tredicesima. Ecco a quanto ammonta, quando viene versato ma soprattutto a chi spetta.
Pensioni, bonus tredicesima: Quando viene versato, a quanto ammonta e a chi spetta

Il bonus è stato introdotto per la prima volta con la legge finanziaria del 2001, confermato ovviamente dal Governo di Giorgia Meloni. È quindi stato confermato che non ci sarà alcun tipo di modifica, e di conseguenza non sarà considerata nell’aumento previsto dal conguaglio di rivalutazione.
Per avere diritto a questo bonus sulla tredicesima, che è pari a 154,94 euro, bisognerà controllare se si rispetta uno specifico requisito economico. La norma parla chiaramente della presenza di uno o più trattamenti pensionistici.
Ovviamente, sono esclusi dal bonus tutti i titolari di trattamenti assistenziali come assegni sociali o prestazioni agli invalidi, i titolari delle pensioni dei dipendenti degli enti creditizi, dei dirigenti d’azienda e dei trattamenti non aventi natura pensione.
Ma ci saranno anche dei determinati requisiti che dovranno essere rispettati, stabiliti di anno in anni, che riguardano principalmente l’ammontare annuo della pensione, e del reddito complessivo personale.
Per poter ottenere questo bonus, sarà necessario percepire una pensione, compresa delle maggiorazioni sociali, non superiore a 7.327,32 euro annui. Se si dovesse superare questa cifra, ma si mantiene al di sotto di 7482,26 euro, si potrà percepire un bonus parziale.
Mentre, se la persona che beneficia della pensione è coniugata, i requisiti saranno obbligatoriamente differenti. Dovrà avere un reddito non superiore ai 10.990,98 euro, oppure un complessivo coniugale inferiore a 3 volte del trattamento minimo. Per l’anno prossimo ovviamente, la misura sarà rivista, secondo alcune notizie potrebbe esserci un aumento delle pensioni minime di circa l’1,5% per i pensionati sotto ai 75 anni, e del 6,4% sopra ai 75 anni.