Pensioni, cambia tutto a partire dal prossimo anno. Sono stati previsti aumenti ogni tre mesi, ma ecco come. Sembra che a cambiare sia il sistema di indicizzazioni delle pensione e per questo motivo ci saranno aumenti ogni tre mesi piuttosto che una volta l’anno.
Di fatto, cambierà il metodo di calcolo per poter rivalutare le pensioni. A partire dal prossimo anno, potrebbe cambiare così il metodo di perequazione, ovvero il sistema di adeguamento delle pensioni all’inflazione.
E’ questo quanto deciso dal decreto che è stato firmato dal Ministro dell’economia Giorgetti che prevede l’adeguamento automatico provvisorio per il 2023 che è pari al 7,3%.
Pensioni, cambia tutto a partire dal prossimo anno: previsti aumenti
Tale adeguamento sarà corrisposto però a partire dal prossimo mese di gennaio 2023. Si stima che potrebbe essere un ricalcolo di quelle che sono le pensioni ma in base all’inflazione non più annuale ma, come già previsto, trimestrale.
Questo ha soltanto un obiettivo. Quale? Salvaguardare il potere d’acquisto di tanti e dare modo di potersi adeguare ai rincari dei vari beni di prima necessità che purtroppo sono sempre più rapidi e frequenti.
E’ possibile che però, siano soltanto alcuni pensionati a poter usufruire di questa indicizzazione trimestrale per poter combattere la rapida crescita dell’inflazione o la rapida decrescita.
Non sembra che questo sistema possa essere utilizzato per gli stipendi dei lavoratori, perchè potrebbe risultare gravoso per i datori di lavoro.
Va sottolineato ancora, che però questo aumento delle pensioni per poter difendere il potere di acquisto di questi non varrà per tutte le pensioni. Varrà soltanto quelle che hanno un importo che non supera di 4 volte il trattamento minimo, dunque 2.100 euro.
Sono esclusi tutti gli assegni pensionistici di importo elevato, che subiranno un aumento graduale proprio in base a quella che è la fascia di reddito.