In carcere o al lavoro, ma percepivano il Reddito di Cittadinanza. Era l’operazione Apate, e aveva l’obiettivo di smascherare coloro che percepivano il reddito di cittadinanza senza averne i requisiti. Sono 30 le persone finite nei guai.
E’ accaduto ad Africo Nuovo, in provincia di Reggio Calabria. Le persone avevano fatto la richiesta per ottenere il reddito di cittadinanza. Non solo l’avevano accettata, ma avevano anche percepito indebitamente i soldi per molto tempo.
Quello che era nato come un aiuto per gli italiani in difficoltà si è trasformato molto spesso in operazioni da parte dei carabinieri, dei militari e della guardia di finanza per scovare coloro che lo hanno ottenuto e non avrebbero dovuto.
Tra le persone che hanno ricevuto l’RDC senza averne i requisiti, c’era anche una che non aveva dichiarato di essere sottoposto alle misure cautelari. In carcere o al lavoro con il reddito, dunque, e il danno economico ormai c’è.
L’operazione si chiamava Apate proprio come riferimento al Vaso di Pandora, in particolare per scoprire gli inganni. E l’inganno c’è stato, in quanto le uscite economiche ai danni dell’Erario si calcolano ben in 90.240,02 mila euro.
Percepivano il Reddito di Cittadinanza: la segnalazione
Una persona si trovava in stato di arresto, mentre una donna aveva omesso alla legge che il marito, sorvegliato speciale, era stato assunto di recente come bracciante agricolo. I requisiti per ricevere il reddito di cittadinanza sono piuttosto chiari.
Sono intervenuti anche i militari, che dapprima hanno chiesto all’Inps, l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale, di analizzare i dati e i materiali di chi ha fatto la richiesta per ottenere il sussidio e l’ha anche ottenuto e percepito.
Inoltre, i militari in collaborazione con la polizia hanno utilizzato le banche dati sul territorio per controllare chi lavorava o chi aveva delle pendenze. La segnalazione per sospendere il reddito è attualmente in corso all’Inps.
Dunque, sarà loro sospesa la fruizione del sussidio. Molte persone erano monitorate proprio perché non quadravano alcuni aspetti, e la collaborazione dei militari per l’Operazione Apate è stata fondamentale per smascherarli.