La storia che stiamo per raccontarvi vi lascerà senza parole. La vicenda vede come protagonista Marina Fontana ed un tragico episodio avvenuto nel 2013 per le strade Siciliane durante il periodo di ferie. Attraverso questa storia, possiamo vedere a pieno quanto un momento tragico, possa essere un momento di sollievo per qualcun altro.
La donna perde il marito durante un’incidente stradale e decide fin da subito di donare i suoi organi. È proprio grazia a questo meraviglioso gesto che, a distanza di anni la sua vita prende una piega del tutto inaspettata. Ecco cos’è accaduto.
Perde il marito in un incidente e dona i suoi organi, 10 anni dopo un’email le cambia la vita
Marina Fontana, il 27 luglio ha ricevuto una mail che l’ha lasciata del tutto senza parole. Al suo interno infatti, si affermava: “Ciao Marina, non mi conosci, mi presento: io sono Luigi e 10 anni fa tuo marito mi salvò la vita”. Per lei, quella data non è un giorno casuale ma bensì la data in cui esattamente 10 anni prima ha perso suo marito, Roberto Cona.
La tragica scomparsa è avvenuta a causa di un brutto incidente stradale in autostrada. Mentre la coppia stava viaggiando verso la Sicilia per trascorrere le loro ferie, ma in piena autostrada un tir ha completamente investito la loro auto; Marina è rimasta gravemente ferita, mentre per lui non c’è stato alcun modo per poterlo salvare.
Le parole in quella mail hanno sconvolto Marina, non sapendo cosa pensare ha poi continuato a leggere la mail: “Domani sono 10 anni che sono stato trapiantato di fegato all’ospedale Cisanello di Pisa. Tuo marito sarà sempre il mio angelo! Io in tutti questi anni ho sempre fatto fare una messa per Roberto, ma ho avuto il coraggio di scriverti solo adesso. Grazie infinite!”.
Ha poi continuato: “Dal mese di dicembre 2013 mi sono messo sul computer per rintracciare quelli che avevano donato gli organi poiché facevo la fotoferesi a Cinisello. Ho saputo che il mio organo veniva da Careggi Io sono stato chiamato dall’ospedale alle ore 20.30 dicendomi che dovevo stare in ospedale entro le ore 23.30 per la preparazione”.
A quel punto Marina ha iniziato a fare una ricerca per poter rintracciare il mittente di quella mail, fino a scoprire che si tratta proprio di uno dei pazienti che ha avuto la fortuna di potersi operare grazie agli organi del marito.
Nella mail, ha voluto sottolineare che la sua vita era appesa ad un filo: “Mia figlia mi aiutato a scriverti perché non riuscivo a scrivere per l’emozione che ho provato. Grazie alla sua generosità sono tornato in vita. Grazie a te e tutta la famiglia di Roberto con un grande grande grande abbraccio”.
Marina incontra la figli di Luigi
Il giorno dopo, Marina è stata raggiunta dalla figlia di Luigi, che le ha scritto: “Suo marito sarà sempre l’angelo della nostra famiglia. Grazie al suo gesto io e i miei 2 fratelli abbiamo ancora un padre! Pochi giorni prima del trapianto di papà ormai eravamo certi che se non fosse avvenuto un miracolo papà sarebbe morto. Oltre alle condizioni fisiche ormai gravissime, la sua condizione aveva anche intaccato il cervello e già da un po’ non ci riconosceva più. grazie a suo marito, grazie a lei che lo ha permesso, abbiamo ancora un papà”.
In quella giornata piena di dolore, Marina aveva deciso di donare tutto gli organi del marito alle persone che ne avessero bisogno: “Ho sofferto tanto, oggi sono serena, ma ho dovuto fare un percorso di elaborazione del dolore e di guarigione dai postumi dell’incidente non facile. Una roccia non si diventa mai. Ma con l’amore di chi ti ama davvero, la mia meravigliosa famiglia, e con la fede, ci puoi provare e anche riuscire piano piano. Oggi spero che anche per gli altri trapiantati sia stato così, e che anche loro stiano bene, e siano felici”.
Chi era alla guida di quel tir ha completamente cambiato la vita di Marina, che oltretutto non ha scontato nemmeno un giorno di carcere: “Eravamo in coda in autostrada, con mio marito viaggiavamo da Milano in Sicilia. Fermi per una coda di macchine causata da lavori in corso, al chilometro 260 in Toscana vicino Firenze, tra Rioveggio e Barberino”. Ha poi continuato: “Un tir con un autista di nazionalità turca, ci è venuto addosso, colpendo la nostra Lancia Thesis. E 12 ore più tardi all’ospedale Careggi di Firenze, dove alle 13.15 del 27 luglio 2013 siamo arrivati sia io che Roberto, in condizioni gravissime, mio marito è morto. La chiamano morte cerebrale. Perde il marito e dona i suoi organi”.
Nonostante la ferita di quel giorno non si è mai rimarginata: “Sono bastati pochi secondi di irresponsabile follia, di un autista scostumato, che guidava il suo tir senza alcun rispetto delle regole del codice della strada”.
“Senza alcuna attenzione per la vita delle persone a cambiare la vita di una famiglia appena formata. Io e Roberto avevamo solo un anno e tre mesi di matrimonio e volevamo un figlio. Questo bambino/a non è mai nato”.
In questi anni, Marina ha lottato contro la burocrazia: “Ricordo che pochi mesi dall’incidente, quando ero ancora impossibilitata a camminare da sola. Qualcuno mi presentò il costo del deposito che aveva preso in custodia l’auto ridotta a rottame. Con una nota che riportava: “Soccorso stradale, recupero difficoltoso, spese di demolizione, trasporto a demolizione, sosta dal 27/07/2013 al 15/01/2014”. Per un totale di 1.641 euro”.
Marina perde il marito e ricorda che si arrabbiò, ferita come cittadina italiana e delusa dalla giustizia, e scrissi qui su Facebook: “Senza parole. Il dolore e la beffa, ci hanno distrutto, rubato il futuro e la vita di Robi e arriva da pagare. Naturalmente pagai immediatamente la fattura”.