Dopo l’ultimo caso riguardante la morte dell’orsa Amarena, avvenuta a San Benedetto dei Marsi, ciò che a molti è ritornato in mente è il simil fatto datato 2014 accaduto a Pettorano sul Gizio.
La vicenda odierna che ha visto la morte di mamma orsa è stata decisa da Andrea Leombruni presso paese della provincia dell’Aquila ha riportato indietro nel tempo moltissime persone.
Il fatto in questione riguarda Antonio Centofanti, protagonista di un terribile atto ai danni di un Marsicano. Quest’ultimo si era introdotto nel suo pollaio e l’uomo ha scelto di porre fine alla sua vita.
Pignorata la pensione di un ex operaio che nel 2014 uccise un orso in Abruzzo

Dopo aver ucciso l’orso Marsicano Bruno l’uomo è stato costretto, dalla giustizia, a pagare una cifra pari a 25 mila euro ciascuno: Associazione Salviamo l’Orso, Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, WWF, Lav e ProNatura.
Quest’oggi invece Salviamo l’Orso, con l’aiuto dell’avvocato Michele Prezone, è riuscita ad ottenere un pignoramento di un quinto della pensione di Andrea. Tale cifra sarà totalmente devoluta alla salvaguardia dell’orso marsicano.
L’associazione assieme al WWF, ha presentato un esposto presso la procura di Avezzano, riguardante il caso di Amarena. Il presidente di Salviamo l’Orso, Stefano Orlandini ha rilasciato una forte e decisa dichiarazione.
Come riportato dal Messaggero, Stefano Orlandini ha affermato: “Dopo tanti anni di impunità pur con le pene lievissime che il codice assegna a questo tipo di reato. La storia di Pettorano sul Gizio ha avuto un risvolto positivo, perché dopo tanta fatica e dopo l’annullamento della prima sentenza di assoluzione”.
“la Corte ha riconosciuto in sede civile. La colpa di Centofanti condannandolo a risarcire oltre al pagamento delle spese legali, le associazioni che si erano costituite parte civile”.
“Noi come Salviamo l’Orso, per quanto ci riguarda, abbiamo fatto tutti i passi necessari e siamo arrivati finalmente alla conclusione. Nonostante il comportamento di Centofanti, ora noi incassiamo un quinto della sua pensione che reimpieghiamo nelle nostre attività, a favore dell’orso bruno marsicano”.
Nel lontano 2014, l’ex cantoniere è assolto il primo grado per aver ucciso l’animale. Venne condannato nel successivo appello, con confermata della Cassazione per i soli motivi civili della vicenda.
Inoltre, gli è imposto il pagamento dell’intera causa e del risarcimento dei danni. La causa civile è tutt’oggi in corso. Come Andrea, anche Centofanti ha confessato di aver ucciso il povero orso bruno a cui venne pignorata tutta la pensione.
Aveva affermato che tutto era accaduto accidentalmente. Quando ha sentito dei rumori nel suo giardino, è uscito di casa e si è trovato di fronte il grande esemplare. Lo spavento gli ha fatto perdere l’equilibrio, causando a sua volta una ferita alla testa. Proprio a causa della caduta, il colpo che ha ferito mortalmente l’orso, è partito.