Primo caso di mummia incinta. Il mondo egizio affascina da sempre, soprattutto gli appassionati di arte e cultura. Ancora oggi a distanza di migliaia di anni questo popolo che visse sulle sponde del Nilo continua a stupirci grazie alla straordinaria capacità di ricercatori che non smettono di lavorare per portare alla luce nuove scoperte.
L’ultima avvenuta in modo casuale è davvero incredibile. Una mummia ritrovata nel 1800 nelle tombe reali dell’Alto Egitto, che si pensava appartenesse a un prete, è in realtà di una giovane donna, che al momento della sua morte era incinta.
Si tratta del primo ritrovamento di una mummia in questo stato. La scoperta come detto avvenne nel 1800 nell’alto Egitto. La mummia fu poi portata a Varsavia dove è stata esposta al museo della città polacca fino ad oggi.
Leggendo l’iscrizione sulla bara gli archeologi del “Warsaw Mummy Project” si aspettavano di trovare all’interno del sarcofago il corpo imbalsamato di un sacerdote maschio adulto. Ma le analisi moderne ai raggi x e altri esperimenti hanno invece confermato che i resti umani erano di una donna morta in dolce attesa.
Primo caso di mummia incinta, la scoperta a Varsavia
La straordinaria scoperta è stata pubblicata sul “Journal of Archaeological Science”. Si stima che al momento del decesso la donna poteva avere tra i 20 e i 30 anni. Le dimensioni del cranio del bambino suggeriscono una gravidanza di 26-28 settimane. Ciò che risalta all’occhio è la qualità eccellente dell’imbalsamazione che fa risalire la mummia ad un periodo precedente al primo secolo avanti cristo.
Vedendo i tessuti di pregio con cui era avvolta la donna, questo lascia presagire che si trattasse di una persona molto importante nel panorama egizio. Ciò che rende così affascinante questa scoperta, e che si sa ancora poco su come venivano gestite le gravidanze nell’antico Egitto.
Wojciech Ejsmond, membro del team di scienziati polacchi, ha aggiunto che “tutto ciò apre la possibilità di un maggiore apprendimento sulla gravidanza e su come venissero trattate le complicazioni nei tempi antichi“.
Gli esperti hanno ipotizzato che la scelta di lasciare il feto nel grembo della madre dipenda dal fatto che il bambino, non essendo ancora nato, venisse considerato ancora parte integrante del corpo di sua madre, e, dato che non aveva ancora ricevuto un nome, la sua vita ultraterrena avrebbe potuto continuare solo insieme alla donna.