Ravenna, il giovane Simone di soli16 anni non ha retto al dolore che portava dentro perdendo così la vita sotto un treno. Una tragedia che colpisce tutta la cittadina, la famiglia ma anche la scuola che frequentava ovvero l’ITIS Nullo Baldini.
La morte di Simone avvenuta qualche giorno fa ha smosso l’intera comunità nonché il dirigente scolastico della struttura che frequentava. Quest’ultimo Antonio Grimaldi ha voluto ribadire ancora una volta ai giovani ragazzi quanto sia importante riuscire ad aprirsi con gli insegnati e con la propria famiglia.
Il comportamento di Simone e la sua età giovanissima hanno aperto una ferita profonda che l’Italia sta vivendo da diversi anni. Sono tantissimi i ragazzi che prendono la decisione di lasciare questo mondo perché si sentono poco compresi o addirittura soli.
Proprio in merito a questo, Antonio Grimaldi ha inviato un’importante circolare a tutti i professori, gli studenti ma anche ai genitori dell’istituto che rappresenta. Grimaldi ha spiegato l’accaduto e la tragedia che ha visto protagonista Simone di soli 16 anni.
Ravenna, Simone di 16 anni muore sotto un treno: le parole della scuola
Il rappresentante d’istituto dopo la morte di Simone all’interno di una nota ha affermato: “Simone, un nostro studente di seconda, ha scelto di non proseguire insieme a noi questo breve tratto di vita. Era quello che non doveva accadere. Scrivere un semplice comunicato di lutto, per quanto “grave” avrebbe potuto essere definito, sarebbe stato un atto dovuto, ma troppo ordinariamente formale”.
Grimaldi prosegue affermando: “Quello che è accaduto è purtroppo quello che non doveva assolutamente accadere, in nessun modo, a nessuna condizione. […] qualcosa è mancato, anche da parte nostra, in termini di comprensione delle parole, degli sguardi, dei segni”.
“Certo non siamo superuomini o maghi che tutto sanno, tutto capiscono o in grado di prevedere anche quello che si nasconde dietro l’angolo. Ma il gesto di questo ragazzo ci deve porre in maggiore allarme, ci deve spronare ad ancora maggiore cura dei nostri ragazzi, oltre che di tutti noi”.
Il dirigente scolastico ha terminato spiegando quanto sia importante comprendere le difficoltà dei ragazzi. È quest’ultimo che afferma: “E deve anche spingere i ragazzi, i nostri studenti, a restare più uniti, a confidarsi con noi, a casa, fra di loro, per cercare di comprendersi, di sentirsi vicini, al di là delle immagini leggere che di loro stessi a volte vogliono dare”.