Reddito di cittadinanza addio per circa 400.000 persone. Complice la pandemia il sussidio potrebbe subire una stretta. Al momento su 820 mila persone circa la metà non si sono recati ai centri per l’impiego per la presa in carico della domanda.
Procedura questa che era stata sospesa a causa del lockdown ma che ora è ritornata in vigore. Quindi i percettori nei prossimi mesi dovranno mettersi in regola pena la sospensione del sussidio. La stretta del Governo forse è il frutto anche di un’analisi delle cifre: solamente 70.000 persone sono riuscite a trovare un impiego. Un numero decisamente troppo basso.
Da metà dello scorso mese chi vuole continuare a percepire il Reddito di cittadinanza dovrà recarsi obbligatoriamente al centro per l’impiego.
Nel periodo prima della pandemia i beneficiari del reddito di cittadinanza erano circa 530 mila, di cui solamente 396.297 si sono presentati alla prima convocazione e sono stati sottoscritti oltre 260.000 patti.
La normativa tuttavia prevede che il sussidio non venga più somministrato se le persone non si presentano per 3 volte. E in questo senso il governo nelle ultime settimane ha chiesto all’Agenzia per le politiche attive del lavoro di accelerare con le convocazioni.
Reddito di cittadinanza addio: solo il 44,7% ha attivato i patti per il lavoro
L’obiettivo è scovare e estromettere chi vuole percepire il reddito senza obiettivo di trovare un lavoro e per questo disdegna della convocazione dei centri per l’impiego per discutere della sua posizione professionale.
Stando ai dati dell’ANPAL soltanto il 44,7% dei percettori ha attivato patti per il lavoro. Un dato decisamente troppo basso che dimostra come la scelta di puntare sul Reddito di cittadinanza non stia portando tanti frutti.
Un ruolo cruciale è stato giocato anche dal fatto che l’app che doveva incrociare la domanda e l’offerta di lavoro ancora non è stata lanciata. Inoltre il livello d’istruzione dei percettori non va incontro con le necessità dei datori di lavoro visto che il 72% dispone di un livello d’istruzione secondaria di primo grado.