Reddito di Cittadinanza cancellato. Ancora polemiche sul Reddito di Cittadinanza, una misura cardine fortemente voluto dal Movimento 5 Stelle ma fortemente criticata dall’opposizione che l’ha definita inutile e un disincentivo al lavoro. Ieri sera ci ha pensato Matteo Renzi ad alimentare le polemiche annunciando difatti di star lavorando all’abrogazione del Reddito di Cittadinanza tramite Referendum.
Il leader di Italia Viva intervenendo in streaming al convegno dei giovani di Confindustria in corso a Genova ha detto: “Nel 2022, dopo l’elezione del presidente della Repubblica partiremo con una raccolta firme per un referendum abrogativo del reddito di cittadinanza. Vogliamo che siano gli italiani a dire se il reddito di cittadinanza è diseducativo e va mantenuto o no” – ha detto ai giovani industriali.
“Non è giusto che in Italia continui a esserci uno strumento con cui si educano i giovani a vivere di sussidi e non di sudore”.
Reddito di Cittadinanza cancellato con un referendum abrogativo: l’idea di Matteo Renzi
Il piano è quello di cancellare questa misura, utilizzando le risorse per altri scopi, ad esempio per nuovi sgravi fiscali che diano la possibilità alle aziende di risparmiare sui costi dell’assunzione.
Quindi il progetti di Matteo Renzi è quello di portare alla cancellazione del Reddito di Cittadinanza. Non subito visto che tra raccolta firme e programmazione del referendum passerà molto tempo. Ma per poter ottenere il referendum abrogativo Renzi dovrà ottenere 500mila firme di italiani. Poi ottenere il via libera dalla Corte Costituzionale riguardo all’ammissibilità del referendum.
Inoltre dovrà raggiungere il quorum affinché il referendum sia valido. Devono partecipare alla votazione, dunque, la maggioranza degli aventi diritto al voto.
Infine ottenere la maggioranza dei voti validamente espressi. Solo nel caso dovesse realizzare ogni singolo cavillo si potrà dire che Matteo Renzi abbia vinto la sua sfida eliminando uno dei fondamentali su cui si basa la politica del Movimento 5 Stelle. Movimento che deve già fare i conti con gli scontri interni tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte che hanno visioni di partito diverse.