Nel testo della legge di Bilancio 2020 si parla tanto di rivalutazione delle pensioni. Ma in cosa consiste? Sostanzialmente si prevedono delle integrazioni su alcuni assegni pensionistici, integrazioni che però sembrano essere molto piccole.
Stando a quanto è emerso, le integrazioni saranno scaglionate con 6 aliquote differenti. Queste partiranno dal 100% per i redditi fino a 4 volte il trattamento ovvero per i redditi pari a 513 euro. Quindi questa rivalutazione varrebbe per coloro che percepiscono un assegno pari a 2.052 euro.
Rivalutazione delle pensioni 2020
Si parla di una rivalutazione delle pensioni pari al 77% per i trattamenti fino a 5 volte il trattamento minimo, ed ancora 52% fino a sei volte.
Ma non finisce qui, visto che è prevista anche una rivalutazione del 47% fino a 8 volte, 45% fino a 9 volte ed infine il 40% per i trattamenti che risultano superiori a 9 volte.
Ciò che ancora tutti non sanno è che a partire dal 2022 gli scaglioni diventeranno tre e si parlerà di una rivalutazione totale fino a 2.029 euro, del 90% tra 2.029 e 2.538 euro e del 75% superiore a quella cifra.
Sostanzialmente quindi, gli assegni pensionistici saranno modificati in base al costo della vita. Questo cambiamento andrà ad interessare ben 2 milioni e 800 mila pensionati che secondo una media, andrebbero ad incassare circa 25 centesimi al mese in più e dunque 3 euro in più l’anno.
A parlare è stato in queste ore il leader dei pensionati Cgil, ovvero Ivan Pedretti il quale ha parlato di “elemosina”.
Per questo e anche per altre motivazioni, il prossimo 16 novembre ci sarà una manifestazione in piazza organizzata dalla Spi Cgil.
I pensionati nello specifico protestano perché chiedono una rivalutazione pensione piena fino agli assegni tra le se e le sette volte il minimo.
Chiedono anche un allargamento della quattordicesima ai redditi da pensione tra i 1000 ed i 1500 euro al mese.
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