Roberta Ragusa, a distanza di più di dieci anni dalla sua morte tornano a far parlare alcune lettere scritte nei confronti di suo marito Antonio Logli. Quest’ultimo tutt’ora è condannato in via definitiva a trascorrere 20 anni in carcere con l’accusa di aver tolto la vita a sua moglie.
La giovane donna pochi mesi prima di morire aveva scritto una lunghissima lettera nei confronti del suo compagno. Parole profonde e piene di significato nel giorno del loro anniversario di nozze dove, la stessa Roberta mostrava tutta la sua frustrazione e stanchezza.
Ragusa scomparse il 13 gennaio 2012 a Gello in provincia di Pisa lasciando per sempre i suoi due bambini. Una tragedia che ha fatto il giro dell’Italia in pochissimi giorni e che, a distanza di tanto tempo ancora viene ricordata con tanta tristezza e sofferenza.
Roberta Ragusa, la lettera al marito Antonio: “Sono stanca”
Nel corso degli anni in più occasioni gli avvocati di Loghi hanno chiuso di riaprire il caso richiedendo la revisione del processo. I legali di Antonio hanno portato avanti una nuova ipotesi che vedrebbe Roberta fuggita all’estero che potrebbe essere sostenuta da alcune pagine del suo diario.
Tra Roberta Ragusa e suo marito Antonio c’era una profonda crisi che in più occasioni si è potuto evincere proprio all’interno delle sue parole. La madre di famiglia infatti, aveva scritto alcune pagine dimostrandosi stanca della situazione che stava vivendo e di non sentirsi considerata dal proprio marito.
“So che odi leggere per cui interrompo subito questo fiume di parole che ti lascerà sicuramente indifferente. Tu non ti accorgi che io vivo la vita fuori dalla mia vita e che i miei occhi guardano occhi che non guardano i miei” scrive Ragusa nel suo diario.
“Sono stanca, stanca, stanca, stanca dei battibecchi sui soliti quotidiani argomenti. Stufa di chiederti quello che qualsiasi compagno con un po’ di buon senso capirebbe al volo esasperata dal tuo modo di rispondere sempre fingendo di non capire o travisando la realtà dei fatti”.
“Se tu avessi anche solo un briciolo di sensibilità ti chiederesti: ‘Ma cosa ho dato, cosa sto dando di me stesso alla mia compagna, mi preoccupo di ciò che pensa, prova, desidera?” termina Roberta Ragusa.