Rosario Livatino è proclamato beato all’interno della cattedrale di Agrigento dal cardinale Marcello Semeraro a nome di Papa Francesco. Semeraro è il prefetto della Congregazione delle cause che riguardano i santi ed è stato proprio il Vaticano a identificare quello che è accaduto al “giudice ragazzino” come, un vero e proprio martirio. La sua festa si potrà così celebrare il 29 Ottobre.
Durante la sua proclamazione è stata inserita all’interno della teca la sua camicia insanguinata che, lui stesso ha indossato il giorno della sua morte. Il reliquiario realizzato in cesellato e argento martellato è posizionato nella cattedrale di Agrigento. Il “giudice ragazzo” è stato ucciso nel 1990 il 21 Settembre all’età di soli 38 anni a Canicattì dalla Stridda, nota mafia siciliana.
Rosario Livatino è beato: La camicia del “giudice ragazzino” è reliquia
La scelta per la data della sua beatificazione ha una storia importante dietro. Nel 1993 proprio il 9 Maggio, in Agrigento all’interno della valle dei templi San Giovanni Paolo II rilasciò le sue forti dichiarazioni contro la mafia affermando: “Dio ha detto una volta: ‘Non uccidere’. Non può uomo, qualsiasi, qualsiasi umana agglomerazione, mafia, non può cambiare e calpestare questo diritto santissimo di Dio! Questo popolo, popolo siciliano, talmente attaccato alla vita, popolo che ama la vita. Che dà la vita, non può vivere sempre sotto la pressione di una civiltà contraria, civiltà della morte. Qui ci vuole civiltà della vita!”.
All’interno del decreto vaticano al quale Rosario Livatino è riconosciuto il martirio c’è scritto: “Irriducibile a tentativi di corruzione, proprio a motivo del suo essere cattolico praticante. Livatino aveva svolto numerose inchieste contro la criminalità comune e mafiosa, ed aveva disposto numerosi sequestri e confische. Per l’omicidio quattro persone, tra mandati ed esecutori, sono condannati all’ergastolo”.
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