La storia Sabrina Di Girolamo ha commosso tutta l’Italia che, ancora una volta si è ritrovata a dover fare i conti con la superficialità di alcuni medici ospedalieri. La giovane donna aveva tutta la vita davanti quando un brutto tumore benigno ha segnato l’inizio della fine.
La giovane donna infatti subito dopo l’operazione è rimasta purtroppo tetraplegica e non è più in grado di poter condurre una vita sana e del tutto normale. Il tutto è accaduto all’interno dell’Ospedale di Verona dove, l’intervento chirurgico descritto come “a zero rischio e complicazioni” ha invece segnato per sempre il futuro di Sabrina.
Quest’ultima era titolare di un negozio di parrucchiera a Terracina ed era mamma di due bellissimi bambini quando, nel 2017 ha dovuto fare i conti con il grande cambiamento. La manovra che ha provocato la tetraplegia è stata una manovra eseguita da un medico specializzando.
Nei giorni scorsi ben due medici sono finiti al processo e la donna insieme a tutta la sua famiglia ha ricevuto il risarcimento che le spetta. La sua storia però è iniziata diversi anni fa quando, un semplice intervento è risultato invece la sua rovina.
Sabrina Di Girolamo, operata per un tumore benigno rimane in sedia a rotelle

A raccontare la sua storia è stato il Corriere della Sera che ha spiegato come la 36enne ha perso tutto subito dopo l’operazione. Tra il 2016 e il 2017 a Sabrina era stato diagnosticato un neurinoma dell’acustico di circa 16 millimetri nella fossa cranica posteriore.
“Quel maledetto 22 agosto 2017 mi hanno tolto tutto, la mia vita è diventata un inferno. Mai e poi mai riuscirò a elaborare questa nuova realtà, nonostante siano passati quasi sei anni” spiega Sabrina. Quando poi quest’ultima si è svegliata dall’anestesia: “non muovevo più gambe e braccia, anzi non le muoverò mai più. Sono affetta da una gravissima tetraplegia, con impossibilità di movimento di tutti e quattro gli arti”.
Secondo il giudice del Tribunale di Verona questo si sarebbe potuto evitare. Il magistrato ha infatti affermato: “la manovra di posizionamento della paziente è stata scorrettamente eseguita, provocando il trauma che avrebbe poi determinato l’attuale condizione di tetraplegia”.
Il giudice civile del Tribunale di Verona Luigi Pagliuca ha così emanato la sentenza il 7 dicembre scorso riconoscendo alla donna e alla sua famiglia un risarcimento ci circa un milione e 600 mila euro.