Tante sono le preghiere e le lodi a San Rocco nel giorno della sua festa che avviene ogni 16 agosto. Un momento importantissimo per i fedeli sparsi in tutto il mondo che dedicano al famoso tanto suppliche ma anche grande affetto e immensa fede.
Quest’ultimo nel corso degli anni è stato protagonista di diversi miracoli di guarigione ma anche di affidamento. Uno tra questi è senza ombra di dubbio quello legato al terremoto avvenuto nel 1852.
A riportarlo nel dettaglio all’interno di un verbale sottoscritto dal Regio Giudice Carbone, è il notaio Catalano, dall’Arciprete Pellicano Spina. Davanti a moltissimi cittadini, quest’ultima ha così raccontato il miracolo avvenuto grazie all’intercessione di San Rocco.
San Rocco e il prodigio miracolo compiuto nel 1852
All’interno dello stralcio riportato, si possono leggere queste parole: “L’alba del giorno 27 gennaio dell’anno 1852 giunse in mezzo a timori e speranza: atteso la notte antecedente le ore tre e mezzo ci traballò potentemente sotto i piedi la terra. Che però la desolata e devota popolazione se la passò in mezzo alle pubbliche vie con fuochi ed alte preghiere, ed a piccoli crocchi, or qua or là, imploravano l’intercessione del nostro protettore Santo Rocco presso Dio Ottimo Massimo”.
“Onde si degnasse sospendere i flagelli dell’ira sua; in una parola era un andare e venire, era una scena commovente che di un’anima accordo e fiducia ripetea: “San Rocco ci canzerà da sovrastante del tremoto”.
Proseguendo c’è scritto: “In questa consolante speranza si stava la sbigottita popolazione; quando s’intese un grido di giubilo e generale letizia, che in men che la dica, percorse tutte le orecchie: “San Rocco suda per tutto il corpo, San Rocco ha fatto il miracolo. E qui lo squillo dei sacri bronzi suona a distesa, ed annuncia al popolo fidente che San Rocco ottenne la grazia del Signore”.
“E’ particolarmente poi osservabile che le dita della mano dritta del nostro glorioso S(anto), gocciolavano sudore, e cadendo sul sottoposto cagnolino, l’anzidetto signor Ajossa raccoglieva e il buon sacerdote don Saverio Greco conservava e piangeva”.
“Il gran miracolo ebbe principio nel giorno 27 gennaio, alle ore19 circa, e durò due ore e mezza senza interruzione scorrendo visibilmente ad occhio nudo. Avvi di più dalla gamba sinistra del nostro Santo scorreva il sudore per quanto essa era lunga, in guisa che il signor Ajossa ne conserva gelosamente il fazzoletto intriso nel medesimo” termina lo scritto.