Serena Fasan prima di perdere la vita lasciando il suo compagno e suo figlio, avrebbe chiesto e gridato aiuto. All’interno dell’appartamento dove la giovane farmacista era priva di vita si sarebbero udite alcune richieste d’aiuto che, nelle ultime ore sono emerse dai suoi vicini di casa. La sua morte è ancora da chiarire e le indagini proseguono a Castelfranco Veneto in provincia di Treviso.
A raccontare le grida che Serena avrebbe pronunciato prima di morire, sono stati i vicini di casa. Quest’ultimi infatti, hanno spiegato di non aver dato peso in un primo momento alle richieste di aiuto dell’infermiera. La ragazza è stata ritrovata dal suo compagno Matteo Piva mercoledì pomeriggio mentre, nella stanza accanto era presente il suo bambino di soli 2 anni.
Serena Fasan, il racconto dei vicini prima della sua morte: “Chiedeva aiuto”
I genitori di Serena hanno più volte ipotizzato che la loro bambina sia vittima di un forte attacco epilettico. Questa tesi infatti, era stata in parte avvallata dal medico legale che, si è dimostrato molto perplesso circa diversi lividi trovati sul corpo di Serena.
Il padre di Serena Fasan stando a quanto riporta Leggo, ha affermato e spiegato: “Non sappiamo con certezza cosa le abbia tolto la vita, so solo che era la figlia migliore del mondo”. Secondo le varie ipotesi che stanno valutando gli inquirenti, i segni trovati sul corpo di Serena, potrebbero essere dovuti ai tentativi di rianimazione svolti da Matteo Piva.
Il compagno della farmacista infatti, tornato a casa alle 18.15 circa, ha trovato il corpo senza vita di Serena Fasan. Insieme a un medico che abita nel loro stesso condominio, avrebbero praticato diversi tentativi di rianimazioni ma senza buoni risultati.