Soffrite di Sindrome della Capanna? Cos’è la patologia post quarantena. L’inizio della Fase 2 non è stata facile per alcuni. Se alcune persone auspicavano un ritorno alla normalità, altri invece si sono abituati alla Sindrome della Capanna.
In psicologia, chi ne soffre è molto legato a un luogo, sia la casa di famiglia o semplicemente l’abitazione in cui ci troviamo da soli. In queste settimane di quarantena, abbiamo sperimentato un nuovo modo di vivere la casa.
Ci siamo abituati a un’altra routine, un modo di vivere a cui alcuni non rinunceranno facilmente. In particolare, c’è anche una sorta di paura legata al mondo esterno. La casa è diventata un vero e proprio rifugio, porto sicuro.
Abbiamo trascorso molti giorni a casa, dove abbiamo imparato a riscoprire altri modi di vivere. Chi è tornato a cucinare, a leggere, a vedere i film che aveva messo da parte. Le lunghe ore a letto, riflettendo anche e soprattutto sulla propria vita.
Per molti, questi giorni sono stati una occasione di riflessione. Hanno pensato alla propria vita, ai modi per cambiarla, alla possibilità di cambiare città o lavoro, di allontanarsi da alcuni legami. E così si è sviluppato anche un senso di “oppressione”.
Cos’è la Sindrome della Capanna
A lanciare i primi segnali di un aumento della Sindrome della Capanna nella popolazione è stato il Collegio Ufficiale di Psicologi di Madrid. In genere, la Sindrome della Capanna si manifesta quando trascorriamo molto tempo in ospedale, lontano da casa.
Negli Stati Uniti, invece, ce n’è un aumento nei periodi di forte gelo, quando l’inverno è poco clemente. Qual è la paura che si cela dietro questa patologia? Quella di tornare alla normalità, di vivere una vita sociale.
Dopo tanti giorni in un ambiente sicuro, si sviluppa nei confronti del resto del mondo una sensazione di “non sicuro”. Persino i posti che conosciamo, in cui siamo cresciuti, o le persone che abbiamo sempre incrociato per strada, ci trasmettono ansia.
Il distacco dalla propria abitazione, che forse abbiamo imparato a conoscere davvero solo negli ultimi giorni, non è così immediato. Uscire ci preoccupa, e così preferiamo rimanere nella nostra “capanna”, ritardando il momento di tornare alla normalità.
La verità è, però, che la normalità rimarrà in attesa, e che prima o poi dovremo tornarci. E anche se abbiamo preso delle decisioni importanti, come un cambiamento da tanto atteso, dovremo avere il coraggio di metterlo in atto e di riprendere le redini della nostra vita.