Tagli pensioni in arrivo. A rivelarlo l’11 giugno è stato il decreto del Ministero del Lavoro facendo il punto sugli aggiornamenti dei coefficienti di trasformazioni per il calcolo contributivo. Confermato, purtroppo, il trend non positivo per quanto riguarda l’importo degli assegni.
In Gazzetta ufficiale giovedì scorso sono stati pubblicati i coefficienti di trasformazioni usati per trasformare l’importo della pensione in montante contributivo guadagnato dai lavoratori che verranno messi in stato di inattività dal primo del 1 gennaio 2021. Purtroppo, considerando anche il periodo no, questi dati sono ancora negativi e più bassi del solito. La situazione sta diventando piuttosto imbarazzante.
I coefficienti di trasformazione, per chi non lo sa, sono valori usati nel calcolo contributivo della pensione. La quota di contribuiti maturata dopo il 1 gennaio nel 96′ – o il 1 gennaio 2012 per chi entra il 31 95′ ha maturato in totale 18 anni di contribuzione -.
Proprio per via dei coefficienti di trasformazione il montante contributivo accumulato di un lavoratore si traduce in pensione. Per questa motivazione, il coefficiente più è alto più elevato sarà l’importo della pensione.
Tagli pensioni in arrivo, la situazione è sempre più critica
Quali saranno le persone più svantaggiate? Sicuramente coloro che andranno in pensione nei prossimi 2 anni, i quali avranno modo di ricevere una pensione più bassa rispetto a chi ci andrà al termine di quest’anno.
L’unica strategia per non avere fregature da questo sistema è rimanere più anni a lavoro. Agendo in questo modo al montante contributivo è applicato un coefficiente di trasformazione migliore. Il coefficiente massimo viene applicato infatti solo a chi rimane a lavoro fino a 71 anni.
Tempi non facili per chi deve andare in pensione nel biennio 2021/2022. Per il 2020, invece, come già detto il taglio è meno considerevole, appena 25 euro, come si legge da money.it.
Conclusioni
Considerando che per avere una pensione come si deve si deve lavorare fino a 71 anni e non più 65, a tal proposito, la Legge Fornero di recente ha introdotto un meccanismo che va a premiare chi esce più tardi dal settore del lavoro. Più è elevata l’età del lavoratore, maggiore ovviamente sarà il coefficiente di trasformazione applicato.
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