Teramo nelle ultime ore si è resa protagonista di un episodio del tutto negativo nei confronti di un bambino “speciale”. A raccontare quanto accaduto e a condividere tutta la loro rabbia sono i genitori del piccolo direttamente all’interno del portale La Repubblica.
Il piccolo infatti, ha svolto la sua prima comunione in disparte rispetto a tutti i suoi amichetti ovvero agli altri 40 bambini all’interno della Chiesa dell’Assunta a Silvi, in provincia di Teramo. In un primo momento nessuno poteva credere a quanto accaduto fino a quando, sono stati proprio i genitori del piccolo a denunciare il fatto così brutto.
Quest’ultimi hanno spiegato come sia stato loro “vietato” di partecipare alla funzione delle ore 11 insieme a tutte le altre famiglie e agli altri bambini. Un momento di grande tristezza e rabbia per i genitori ma in particolar modo per il piccolo bimbo “speciale” che, ha ricevuto il sacramento all’interno di un’altra chiesa ovvero quella del Santissimo Sacramento.
Teramo, parroco nega la comunione a un bimbo “speciale”: “Per lui la cerimonia separata”

Il prete aveva manifestato le prime lamentele durante il giorno di venerdì ovvero quando Don Antonio aveva riunito tutti i bambini per le classiche prove generali e per la confessione. Il bimbo infatti, avrebbe fatto cadere un cero provocando il disappunto del parroco che, ha così deciso di svolgere due cerimonie separate.
I genitori a La Repubblica hanno così denunciato l’accaduto affermando: “Mio figlio forse per stanchezza ha manifestato insofferenza e non siamo riusciti a tenerlo fermo. Il parroco allora mi ha espresso la sua contrarietà a far fare la prima comunione a mio figlio insieme agli altri, dicendo che sarebbe stato possibile farla in separata sede. A quel punto non ho saputo come replicare e sono andata via interdetta”.
Nelle ultime ore però, il parroco Antonio Losue dopo aver letto le parole della mamma, ha replicato alle accuse motivando la sua inaspettata decisione. È proprio quest’ultimo ad affermare: “Dopo aver constatato la vivacità e l’insofferenza del ragazzo che ha buttato a terra candele sull’altare e non si riusciva a fermare”.
“Ho riferito ai genitori che era possibile far ricevere la comunione separatamente nella cappellina della chiesa dopo la celebrazione delle 11, ma hanno rifiutato. Non posso mettere a rischio tutta la celebrazione delle comunioni che interessano gli altri 40 ragazzi” ha terminato il prete.