Il terremoto a Marrakech in questi ultimi giorni ha segnato particolarmente la quotidianità mi migliaia di famiglie. Molte le vittime, altrettanti i feriti e si continua a scavare senza sosta per estrare vivi dalle macerie le persone ancora lì sotto.
Tra le varie testimonianze della tragedia c’è anche quella di una famiglia italiana, in particolar modo spezzina che si trovava proprio a Marrakech. Per fortuna per loro c’è stato un lieto fine davanti ad una tragedia immensa che ha richiesto l’aiuto da parte delle altre Nazioni del mondo, tra le quali l’Italia.
A riportare le parole di Francesco Angella, professionista spezzino, è il portale La Nazione. Quest’ultimo infatti, ha descritto nel dettaglio quanto vissuto in quei pochissimi secondi durati un’eternità.
Terremoto Marrakech, la paura di una famiglia italiana

Intervistato da La Nazione, Francesco si trovava nella città del Marocco insieme a sua moglie e sua figlia per una vacanza. Erano circa le 22.11 ( ora italiana ) quando la terra ha iniziato a tremare sotto i loro piedi. Una prima e diversi minuti dopo una seconda scossa di assestamento che ha segnato per sempre le loro vite.
L’uomo insieme alla sua famiglia nel momento della scossa si trovava sull’autobus che li stava riportando in albergo. “Cinque minuti prima della scossa di terremoto io e la mia famiglia eravamo nella piazza di Marrakech, appena usciti dalla medina, in prossimità del bastione delle mura che è venuto giù. E’ stato destino” spiega Francesco.
Proseguendo nel suo racconto ha spiegato: “Nell’immediato non mi sono reso conto di quello che stava succedendo pensavo che l’autista fosse impazzito perché l’autobus ’saltava’ di moto proprio. Invece era il terremoto. La cosa più impressionante è stato il movimento di migliaia di persone che contemporaneamente hanno incominciato a correre”.
“Purtroppo, in queste situazioni chi ci rimette è sempre la povera gente che vive in case fatte con lo sterco di cammello. Una devastazione impressionante” termina Francesco Angella.
Photo in evidenza e centro via: LaNazione.it