Mentre la televisione italiana e tutto il mondo della musica piangono la scomparsa di Toto Cotugno, avvenuta nella giornata del 22 agosto, Pippo Baudo ha voluto ricordarlo con grande affetto. Toto, aveva 80 anni e grazie alla sua persona, milioni di italiani hanno versato lacrime e mostrato cordoglio ai familiari.
Dopo le parole della figlia, questa volta a ricordarlo è stato il noto conduttore televisivo e radiofonico, Pippo Baudo. Quest’ultimo l’ha descritto come uno dei più grandi cantautori italiani, difatti, è stato uno dei maggiori partecipanti al Festival di Sanremo, 15 in totale.
Toto Cutugno, Pippo Baudo: “Era triste ma dolcissimo, una perdita troppo grande”

Pippo Baudo, lo ha ricordato attraverso un’intervista telefonica. Parlando di Toto Cutugno, ha esordito dichiarando: “Non ho mai scartato Toto Cutugno da un mio Festival di Sanremo. Non mi sarei mai permesso. Se c’era qualcosa che non condividevo, nelle canzoni che mi presentava, ne parlavamo e facevamo qualche correzione insieme”.
Cutugno è stato uno dei cantautori con maggiori presenze al Festival di Sanremo, 15 in tutto, precisamente 13 da solista e 2 con gli Albatros. 4 delle sue apparizioni al festival, sono state condotte proprio da Pippo Baudo e stiamo parlando delle edizioni del, 1984, 1987, 1995 e del 2008.
Proprio a Sanremo, Toto Cutugno è stato etichettato come “eterno secondo”. Questo perché per ben 6 volte si è classificato come secondo in classifica, vincendo la kermesse solamente nel 1980. Durante l’intervista al conduttore Pippo Baudo gli è stato chiesto: “Cosa ha rappresentato Toto Cutugno per la storia della musica italiana?”.
Pippo ha risposto: “Un gigante. Un grande autore, un grande italiano. Si potrebbe parlare per ore e ore di lui e della sua musica. Di quelle canzoni spesso bistrattate”. A questa sua enigmatica risposta, l’intervistatore ha voluto chiedere:Perché?”.
A questo, il conduttore ed amico di Toto Cutugno, ha dichiarato che: “Perché gli snob le consideravano, come noto, eccessivamente popolari. Che cavolate. Ma d’altronde l’Italia è così: non si può essere troppo popolari, perché subito si diventa oggetto di invidie e gelosie”.
Proseguendo l’intervista, Pippo Baudo ha spiegato: “Era molto orgoglioso. Lo vedevo triste e gli chiedevo: “Toto, cos’hai? Cosa ti turba?”. Gli dispiaceva il fatto di non essere sufficientemente riconosciuto e apprezzato come artista popolare. Ci stava malissimo”.
Photo in evidenza e centro via: Il Messaggero.it