Un bruttissimo tumore al cervello è quello che ha segnato la vita del piccolo Cesare da quando aveva solamente 18 anni di vita. La sua storia nel corso delle ultime ore ha commosso migliaia di italiani che attraverso i social hanno potuto conoscere la sua storia e la sua voglia di vivere.
Cesare è in grado di fare tantissime cose da solo come infilare la maglia, camminare per lunghi corridoi ma anche insegnare alla sua famiglia la bellezza di vivere. A raccontare suo figlio è proprio la giovane mamma che da tempo condivide la sua quotidianità attraverso i social.
Mamma Valentina Mastroianni e papà Federico attraverso il web contano circa trecentomila follower. Entrambi condividono la grande forza di volontà è la gioia di vivere del loro bambino nonostante la dura malattia che sta combattendo.
Tumore al cervello, Cesare cieco dai 18 mesi: “Lui ci insegna la vita senza vedere”

Cece, soprannominato così dalla sua famiglia, è cieco a causa di un tumore cerebrale inoperabile causato dalla neurofibromatosi. La famiglia di Treviso ogni giorno racconta all’interno del proprio profilo social i momenti più bui ma anche quelli pieni di gioia.
Negli ultimi mesi però, la malattia aveva iniziato a peggiorare tanto da rendergli difficile anche mangiare e camminare. Mesi davvero difficili da cui, mamma Valentina ha tratto un libro chiamato “La storia di Cesare”.
Quest’ultima spiega al Corriere della Sera: “Volevo ritagliarmi uno spazio per avere più lucidità nell’affrontare la quotidianità ma soprattutto volevo essere d’aiuto agli altri”.
La malattia di Cesare era arrivata quando lui aveva pochi mesi attraverso delle macchioline marroni chiaro. La diagnosi è arrivata fin da subito nonché una rara malattia genetica rara che coinvolge anche più organi con la comparsa di tumori.
Per ora i medici stanno tentando varie cure sperimentali mentre Cesare ha perso completamente la vista. “Quello che ci è accaduto è come una maratona. Ci hanno imposto di farla anche se non eravamo pronti né fisicamente né mentalmente, così abbiamo iniziato a correre. Poi abbiamo capito che non c’è un traguardo, è difficile da accettare. Ma abbiamo continuato a correre” spiega mamma Valentina.