Ci troviamo a Venezia dove la signora Emanuela Boscolo Marchi di 56 anni ha avviato la sua battaglia ormai da circa tre mesi lanciando l’appello per la sua cagnolia. Quest’ultima infatti, sta cercando con tutte le sue forze di avere l’approvazione per seppellire, quando sarà il momento, la propria pelosetta all’interno della tomba di famiglia.
È proprio Emanuela, come riporta Il Resto del Carlino ad iniziare una battaglia per legalizzare questo tipo di richiesta. Le sue parole nelle ultime settimane sono diventate portavoce di tutte le persone che la pensano proprio come lei e che, desiderano fortemente un cimitero per gli animali.
Venezia, l’appello di Emanuela: “Voglio seppellire la mia Chihuahua Kira nella tomba di famiglia”

La donna ha così affermato come riportato da Adnkronos: “Sono molto contenta di come stanno procedendo le cose. Da quando questa mia richiesta è venuta alla luce, riscuotendo anche grazie agli organi di stampa una buona fetta di notorietà, ho ricevuto tanto appoggio ma anche molte critiche”.
“Sui social le persone si sono un po’ divise, tra chi non capisce questa mia esigenza, a chi ha letto la mia storia e l’ha interpretata in un’altra maniera. Io ci tengo molto alle regole, proprio per questo voglio che la situazione venga legalizzata. So che la strada è ancora lunga ma almeno l’abbiamo imboccata nella giusta direzione” spiega Emanuela.
Da diversi giorni all’interno del Consiglio regionale del Veneto, si sta proprio discutendo di una legge mirata alla tumulazione degli animali d’affezione nella propria tomba di famiglia o in un loculo dell’imano di riferimento ormai defunto.
Emanuela Boscolo ha spiegato: “Noi abbiamo questo spazio disponibile non togliamo nulla a nessuno. E allora perché non possiamo seppellire la mia Kira nella tomba di famiglia? So che in qualche regione la legge c’è e allora mi sono detta, perché non vedere come procedere qui in Veneto? Mia nipote ha contattato l’onorevole Brambilla per avere un po’ di supporto, poi ci siamo recati nel nostro comune”.
“Ci hanno spiegato anche che in realtà una bozza, un progetto di legge già c’era, ma non si era mai concretizzato. L’iter è stato lungo: le persone da chiamare tra i Consiglieri regionali erano davvero tante, insomma, all’inizio è stato difficile”.
“In quel momento però ci è venuta in aiuto anche la stampa. Mia nipote ha contattato un giornale di Venezia e da lì è partito tutto. Ora sono molto più tranquilla, spero che la legge sia approvata anche qui in Veneto” ha terminato la donna.
Photo in evidenza e centro via: CorriereDelVeneto