È giunta una notizia che ha sconvolto il mondo cristiano e non. A quanto pare, Wanda Poltawska, la grande amica e confidente di Papa Wojtyla che ha conosciuto durante uno dei periodi più bui della storia, è venuta a mancare.
Il suo nome di battesimo era Wanda Poltawska, ed era un medico psichiatra, nata nel 1921 a Cracovia. La grande amica e “sorellina” di uno dei papi più amati al mondo, è venuta a mancare alla veneranda età di 102 anni.
Era conosciuta in Vaticano per essere molto legata a Wojtyla da una fortissima amicizia intellettuale, ma soprattutto spirituale. Inoltre, Giovani Paolo II si confortava con lei su tematiche come la famiglia.
Wanda Poltawska è morta, era la “sorellina” di Karol Wojtyla: Fu miracolata anche da Padre Pio

Della loro amicizia erano tutti a conoscenza, questo loro legame non si interruppe nemmeno quando nel 1978 venne eletto successore di Papa Luciani, venuto a mancare dolo soli 33 giorni di regno. La presenza di Poltawska in Vaticano era costante.
Un ricordo su di lei è quello della sua vicinanza al pontefice, quando nel 1981 un terribile episodio lo vide protagonista in uno degli atti storici più terribili del nostro paese. Durante la degenza al Policlinico Gemelli di Giovanni Paolo II.
Inoltre, era presente quel 2 aprile 2005, assieme a pochi altri, nell’appartamento in cui Giovanni Paolo II chiuse gli occhi per sempre. Wanda è stata spesso protagonista di moltissime lettere inviate dal papa, poi utilizzate per scrivere una biografia in italiano curata da Giacomo Galeazzi, inviato del quotidiano “La Stampa”.
All’interno di quelle lettere, vengono ricordati i campeggi su Monti Tatra che facevano durante la loro giovinezza, assieme agli amici e con gli altri studenti. Inoltre, Wanda era spesso ospite a Castelgandolfo di Giovani Paolo II, assieme alla famiglia.
Durante questo incontro, ci fu un miracolo attribuito a Padre Pio. Nel 1962 l’arcivescovo di Cracovia Karl Wojtyla ha scritto una lettera a Padre Pio. Come raccontato da Renzo Allegri: “La lettera venne recapitata a Padre Pio a mano. Da Angelo Battisti, che era amministratore della Casa Sollievo della Sofferenza. Padre Pio chiese a Battisti di leggergli la lettera. Al termine, disse: “Angiolino, a questo non si può dire di no”.
“Battisti, che conosceva bene i carismi di Padre Pio, tornò a Roma stupito. Continuava a chiedersi il “perché” di quella frase: “A questo non si può dire di no”. Undici giorni più tardi, è incaricato di portare una nuova lettera a Padre Pio. In questa, il vescovo polacco ringraziava il padre delle preghiere perché “la donna ammalata di tumore, era guarita all’improvviso, prima di entrare in sala operatoria”.