Zona arancione. L’ultimo DPCM andato in vigore lo scorso venerdì ha suddiviso l’Italia in tra fasce in base al grado di rischio di contagio al coronavirus. Le fasce, gialla, arancione e rossa potrebbero però cambiare molto presto. Come riferito dal quotidiano La Stampa in edicola questa mattina già nella giornata di lunedì 9 novembre, sulla base dei dati sui contagi Covid che saranno inviati oggi dalle Regioni ed elaborati domenica dalla cabina di regia, alcune zone potrebbero diventare zona arancione da gialla.
A rischiare sono quattro regioni: Liguria, Veneto, Toscana e Campania. Invece Lazio e provincia autonomia di Trento potrebbero veder sospeso ancora per qualche giorno il giudizio su di loro pur essendo zone considerate a rischio.
A confermare che nelle prossime ore potrebbero esserci altre zone arancioni o rosse è stato anche il Ministro della Salute Roberto Speranza: “Nelle prossime 48 ore vedremo i nuovi dati e se necessario ci saranno altre ordinanze cioè altre zone rosse o arancioni – ha spiegato.
Il governo difende la decisione di dividere l’Italia in fasce
“Il Dpcm prevede che il ministro possa intervenire su una Regione, non su una Provincia. Ma sull’area metropolitana può intervenire il presidente De Luca. Come ha fatto Zingaretti a Latina – ha poi detto rispondendo al presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca che continua a chiedere un lockdown generalizzato.
“C’è un modello standardizzato, i criteri sono lì da 24 settimane e se per tre settimane una Regione non da’ i dati diventa zona rossa” –ha spiegato.
Sono state tante le critiche ricevute dal governo sulla decisione di dividere l’Italia in zone in base al rischio e con misure più o meno restrittive.
Ma il premier Conte non ci sta e continua a difendere la decisione presa. Queste le parole del presidente del Consiglio: “Nessuno ha mai messo in discussione, prima di adesso, questo meccanismo. Rifiutarlo significa portare il Paese a sbattere contro un nuovo lockdown generalizzato”.