Zona gialla da lunedì 26. La variante Delta continua la sua avanzata nel nostro paese facendo registrare un repentino aumento dei contagi. Per questo stando ai parametri dal prossimo lunedì ben 5 regioni potrebbero ritrovarsi in zona gialla. Al momento infatti le regole sanciscono che con un’incidenza di casi settimanale superiore ai 50 ogni 100.000 abitanti si abbandona in automatico la zona bianca per finire in quella gialla.
Il governo è al lavoro per modificare questi parametri dando maggior importanza non al numero di nuovi casi ma al numero di ingressi ospedalieri e quindi la conseguente pressione sugli ospedali. Pressione, che bisogna dirlo, al momento nel nostro paese resta molto bassa, con un numero molto ridotto di posti occupati sia in terapia intensiva, sia nei reparti ordinari.
Ma stando ad oggi quali sono le regioni che dal prossimo lunedì potrebbero ritrovarsi in zona gialla? A preoccupare maggiormente sono 5 regioni che hanno una circolazione del virus più elevata rispetto alle altre. Esse sono: Sardegna, Sicilia, Campania, Lazio e Veneto.
Zona gialla da lunedì 26: obblighi e restrizioni
Il passaggio in zona gialla per loro comporterà di nuovo obblighi e restrizioni. Innanzitutto l’obbligo di indossare la mascherina sempre, anche all’aperto. Poi ci sarebbero modifiche per bar e ristoranti. In zona gialla possono sedersi allo stesso tavolo un massimo di 4 persone, ad eccezione di quelle conviventi, sia all’aperto che al chiuso. Limitazioni al tavolo che andrebbero ad incidere anche sulle cerimonie. Nessuna limitazioni invece per spostamenti, piscine, palestre e sale gioco.
A queste però possono affiancarsi decisioni prese da parte delle singole regioni per limitare la circolazione della variante Delta. È il caso della Sicilia, dove il presidente Musumeci ha imposto il tampone obbligatorio per chi arriva da Malta, Spagna e Portogallo o per chi vi ha soggiornato nei 14 giorni precedenti. Anche l’Abruzzo ha disposto l’obbligo di sottoporsi al test per chi rientra da Malta, Spagna e Regno Unito.
Anche altre regioni come Sardegna, Emilia Romagna e Piemonte sembrano intenzionate nei prossimi giorni ad adottare nuove restrizioni.