Crotone, un migrante chiede l’elemosina. Una bella storia di integrazione e di speranza in arrivo da Crotone. Qui un cittadino gambiano, arrivato in Italia anni fa alla ricerca di un futuro migliore, è stato assunto dal supermercato dove da tempo era all’esterno a chiedere l’elemosina.
Kemo Darboe, 40 anni, per anni ha continuato a fare l’elemosina davanti al punto vendita nella città calabrese. Poi ha iniziato a dare una mano come poteva nonostante non avesse un contratto di lavoro fino a quando il proprietario del supermercato non ha deciso di assumerlo.
“Lo conosco da anni e quando mi ha chiesto aiuto gli ho offerto un contratto. Per ora è a tempo determinato, poi si vedrà. Di certo non mi aspettavo questo riscontro o che mi venissero riconosciuti dei meriti particolari. Credo che sia un gesto normale” – ha detto l’imprenditore.
Nonostante le reticenze del signor Policastrese, la notizia ha colpito diversi cittadini che hanno scritto una lettera al sindaco della città per chiedere un encomio per l’imprenditore.
Crotone, migrante chiede un encomio per l’imprenditore
“La richiesta è un encomio da parte del Comune al signor Francesco per ciò che ha fatto per un ragazzo che altrimenti avrebbe continuato a vivere nella difficoltà, tra le ultime file ancora affollate di chi arriva nel nostro Paese e sopravvive di stenti” – si legge nella lettera.
Ma il commerciante continua a sostenere di non aver fatto nulla che valga un encomio pubblico. “Questo è un gesto come un altro, una cosa normale – racconta Policastrese – e soprattutto conosco Kemo da tanti anni. Lo avrei fatto per chiunque”.
La storia di Kemo è di quelle molto toccanti. Una volta arrivato in Italia aveva ottenuto il permesso per raggiungere la Germania e stare insieme ai suoi 3 figli che avrebbero dovuto lasciare il Gambia per la nazione tedesca. Sua moglie era già venuta a mancare durante il parto. Mentre preparava la procedura per riunirsi alla famiglia, i bambini sono morti in un incidente stradale mentre viaggiavano su un bus in Gambia insieme ad altri bambini. Dopo la tragedia, il giovane ha deciso di non partire e di rimanere in Italia, dove con fatica ha cercato di ricominciare a vivere fino al contratto di lavoro.