Il nostro amato San Francesco d’Assisi ha lasciato un testamento importante per tutti noi fedeli e per tutti quelli che lui chiamava “fratelli”. Parole importanti che nel corso della sua vita ha seguito con grande attenzione e per il quale ha fatto punti fermi della sua quotidianità.
Nonostante l’importante e l’amore che milioni di noi nutrono per il Santo, in pochi conoscono realmente le sue parole riportate all’interno dei due suoi testamenti. Quest’ultimi sono visti come delle vere e proprie lezioni di vita che servono ad ognuno di noi per comprendere meglio il senso della vita.
Scopriamo insieme quali sono le “lezioni” che Francesco d’Assisi ci ha lasciato e che sono riportate all’interno del libro di Mariano da Alatri, “La Regola e altri scritti”.
Il testamento di San Francesco d’Assisi: Le sue parole rivolte ai fedeli

Mariano da Altri spiega come il Santo avesse lasciato un breve testamento convinto di trovarsi vicino alla morte. Fu proprio Francesco ad affermare: “Scrivi che benedico tutti i miei fratelli, che sono nella religione e che vi verranno sino alla fine del mondo”.
“Poiché, per la debolezza e il dolore della malattia, non posso parlare, manifesto brevemente ai miei fratelli la mia volontà in queste tre parole. Cioè che in segno del ricordo della mia benedizione e del mio testamento si amino sempre vicendevolmente. Amino e osservino la nostra signora la santa povertà. E siano sempre fedeli e sottomessi ai prelati e a tutti i chierici della santa madre Chiesa” affermava San Francesco.
A distanza di giorni però, la salute del Santo migliorò tanto da spingerlo a recarsi a Santa Maria degli Angeli per scrivere una nuova carta con un suo importante ricordo nei confronti dei fratelli.
Le sue parole lasciate per aiutare i fedeli a seguire la promessa al Signore. Quest’ultimo sottolinea l’importanza di rispettare Dio fino alla fine dei nostri giorni, mostrando grande ammirazione, amore e rispetto nei suoi confronti.
Inoltre afferma: “Comando fermamente per obbedienza a tutti i fratelli che, ovunque siano, non ardiscano chiedere lettera alcuna alla curia romana. Sia direttamente che per interposta persona, né per una chiesa, né per altro luogo, né sotto pretesto di predicazione, né per la persecuzione di cui siano oggetto i loro corpi. Ma, ovunque non siano stati accolti, fuggano in un’altra terra a fare penitenza con la benedizione di Dio”.
Quest’ultimo infine sottolinea: “Il Signore mi ha detto di dire e scrivere, semplicemente e puramente. La regola e queste parole, così voi semplicemente e senza glossa intendetele e con santa operosità osservatele sino alla fine”.
“E chiunque queste cose avrà osservate sia colmato in cielo della benedizione dell’altissimo Padre e in terra della benedizione del suo diletto Figlio col santissimo Spirito Paraclito e con tutte le virtù dei cieli e con tutti i santi. E io, fratello Francesco piccolo, vostro servo, quanto posso, vi confermo, dentro e fuori, questa santissima benedizione” termina San Francesco d’Assisi.







