A quanti di voi è capitato di rinunciare a fare la Comunione durante Messa? E’ opinione comune che non essendosi confessati, bisogna rinunciare a fare la comunione durante la messa. Eppure ci sarebbe qualcuno che sostiene che non è necessario confessarsi ogni settimana, a meno che non si debbano confessare dei peccati molto gravi.
Ad ogni modo la Comunione è sempre una buona cosa, perché l’ eucarestia funziona come una medicina che si guarisce da ogni peccato.
Ma quindi cosa è meglio fare, fare la comunione senza essersi confessati ogni volta o non farla proprio? A rispondere a questo quesito è stato Gianni Cioni, docente di teologia morale alla facoltà teologica dell’Italia centrale.
Fare la comunione senza essersi confessati prima, è giusto?
Gianni Cioni per poter rispondere a questa domanda, sembra abbia fatto riferimento alla dottrina del Concilio di Trento che ha affrontato questa questione in modo dettagliato nella sezione XIII, dell’ 11 ottobre 1551 e più nello specifico al decreto sul Santissimo Sacramento dell’eucaristia.
«Il Signore, quindi, nell’imminenza di tornare da questo mondo al Padre, istituì questo sacramento. In esso ha effuso le ricchezze del suo amore verso gli uomini, rendendo memorabili i suoi prodigi (Sal 110,4), e ci ha comandato (Cfr. Lc 22,19; 1Cor 11,24) di onorare, nel riceverlo, la sua memoria e di annunziare la sua morte, fino a che egli venga (1Cor 11,26) a giudicare il mondo.
Egli volle che questo sacramento fosse ricevuto come cibo spirituale delle anime, perché ne siano alimentate e rafforzate, vivendo della vita di colui, che disse:
Chi mangia me, anche lui vive per mezzo mio (Gv 6,58) e come antidoto, con cui liberarsi dalle colpe d’ogni giorno ed essere preservati dai peccati mortali».
E’ questo quanto si legge nel secondo capitolo del decreto.
“…quanto più il cristiano percepisce la santità e la divinità di questo celeste sacramento, tanto più diligentemente deve guardarsi dall’avvicinarsi a riceverlo senza una grande riverenza e santità, specie quando leggiamo presso l’apostolo quelle parole, piene di timore:
Chi mangia e beve indegnamente, mangia e beve il proprio giudizio, non distinguendo il corpo del Signore (1Cor 11,29).
Chi, quindi, intende comunicarsi, deve richiamare alla memoria il suo precetto:
L’uomo esamini se stesso (1Cor 11,28). E la consuetudine della Chiesa dichiara che quell’esame è necessario così che nessuno, consapevole di peccato mortale, per quanto possa credere di esser contrito, debba accostarsi alla santa eucaristia senza aver premesso la confessione sacramentale» (DS 1646-47).
Questo ancora quanto invece si legge nel settimo capitolo dello stesso decreto.
Sulla base di questi due capitoli appare chiaro come la chiesa esorti ognuno di noi a fare la comunione ogni qualvolta andiamo a messa, a meno che non si è consapevoli di avere commesso dei peccati mortali.
Comunione senza confessione, il punto di vista della chiesa
La chiesa non obbliga a fare la comunione ovviamente tutte le domenica, anche se un obbligo esiste ed è limitato ad una volta sola all’anno. In modo la chiesa ci fa capire come rinunciare alla comunione significherebbe privarsi di un aiuto spirituale molto grande che il signore ha donato a noi, perché consapevole di quelli che sono i nostri bisogni.
Ad ogni modo la chiesa esorta ciascuno di noi a fare un proprio esame di coscienza, prima di pensare alla Comunione e di conseguenza alla confessione.