In pensione con 41 anni di contributi. Dopo 3 anni di sperimentazione, Quota 100 a fine 2021 andrà in scadenza. Cosa accadrà dopo? Si stanno avanzando varie ipotesi con il confronto tra governo e sindacati che andrà avanti anche nei prossimi mesi per cercare di arrivare ad una soluzione.
L’ultima ipotesi vagliata è quota 41: in pensione con 41 anni di contributi a prescindere dal livello di anzianità. Sarebbe questa l’ultima idea, secondo quanto scritto da Il Messaggero, sul quale sta ragionando l’esecutivo. Ridurre così il requisito contributivo minimo per tutti, uomini e donne e garantire maggiore flessibilità in uscita visto l’avvicinarsi della scadenza di quota 100.
Quest’ultima, operativa dal 2019, consente l’uscita anticipata dal mondo del lavoro per tutti coloro che vantano almeno 38 anni di contributi con un’età anagrafica minima di 62 anni. Ma tra poco più di un anno scadrà.
Domani ci sarà di scena un incontro tra il governo e i sindacati dove si discuterà proprio di questa ipotesi Quota 41. L’obiettivo del governo è proprio quello di garantire una maggior flessibilità in uscita.
Come detto, Quota 100 nel 2021 andrà in scadenza e sono diversi i nodi da sciogliere. Primo evitare lo scalone di 5 anni che si verificherà nel 2022 quando coloro che non sono riusciti a maturare i requisiti per Quota 100 in tempo per il 31 dicembre 2021 dovranno attendere fino al compimento dei 67 anni per andare in pensione (anziché a 62).
In pensione con 41 anni di contributi: soluzione fattibile?
La soluzione quindi è permettere a tutti a prescindere dall’età di andare in pensione con 41 anni di contributi. Si tratta di una soluzione fattibile? sicuramente è una riforma costosa ma a differenza dei mesi scorsi quando dal governo c’era una chiusura, ora l’esecutivo sembra più intenzionato a dialogare con i sindacati per cercare di trovare una soluzione.
Siamo ancora, c’è da dire nel campo delle ipotesi. Un’altra, la più considerata al momento prevede l’uscita anticipata a 62-63 anni di età, con un taglio variabile dal 2,8% al 3% del montante contributivo per ogni anno di anticipo.