L’Inno di Mameli è un vero e proprio orgoglio per noi italiani. Al solo ascolto, ci mettiamo la mano sul cuore e cominciamo a cantare. Si intona nei momenti importanti, che rappresentano l’Italia nel mondo intero. Un inno di speranza e di forza.
Composto nel mese di Settembre o Novembre del 1847, la prima volta che fu eseguito in pubblico era il 10 Dicembre 1847 a Genova. L’autore dell’Inno di Mameli, anche noto come Fratelli d’Italia, è lo studente e patriota Goffredo Mameli.
Un canto che divenne famoso sin da subito, anche se, per l’Unità d’Italia, avvenuta nel 1861, si scelse la Marcia Reale. Solamente in seguito fu sostituita dal canto di Mameli. Il genovese Goffredo la scrisse in un momento storico molto particolare.
Infatti, era solo un giovane studente, ma fervente patriota, lo stesso patriottismo che ha poi preceduto e annunciato i moti del 1848. Riguardo alla scrittura, potrebbe essere già stata composta esattamente il 10 Settembre del 1847 secondo alcuni storici.
Repubblicano giacobbino, Goffredo sosteneva il motto della Rivoluzione Francese, e proprio sulla scia de La Marsigliese, decise di scrivere un canto che potesse rappresentare la voce degli italiani. C’è una assonanza tra “stringiamoci a corte” e “formate i vostri battaglioni.”
Inno di Mameli: storia e curiosità
Come mai si decise di cambiare l’inno d’Italia con quello di Mameli e non si tenne la Marcia Reale? Poco dopo l’armistizio dell’8 Settembre 1943, l’allora governo italiano aveva già modificato la Marcia Reale, includendo la Canzone del Piave.
Poi, però, in ogni parte d’Italia liberata dagli Alleati, dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, molti cominciarono a intonare proprio Fratelli d’Italia. L’Italia era libera, e dalla felicità si udivano di nuovo musiche per le strade.
Nel periodo della Liberazione d’Italia, che cade ogni anno il 25 Aprile, si intonano le strofe della fratellanza italiana. Si ricordano quegli stessi italiani che, uniti dalla libertà, si mossero insieme, per riprendersi la propria patria.
Questa è la storia della nostra patria, forse fin troppo spesso bistrattata, ma abbiamo sempre il coraggio di alzarci in piedi per provare a cambiarla. E nei giorni di memoria, intoniamo Fratelli d’Italia, stringiamoci a corte e ricordiamo chi ha dato la vita per noi.
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