La vita dopo la morte. Il mondo del paranormale ha da sempre affascinato ma al tempo stesso impaurito l’essere umano. Si tratta di un argomento difficile da trattare. L’ignoto ha da sempre impaurito le persone che tendono a non trattare argomenti a loro sconosciuti. Qualche tempo fa è uscito in libreria “Parlando con il cielo” di Theresa Cheung.
Un viaggio nel paranormale che per la prima volta porta l’editoria nell’aldilà con racconti, testimonianze capaci di stravolgere il pubblico. Vediamo cosa dice.
La prima cosa che si può capire leggendo è che la morte non è la fine della vita ma soltanto il passaggio da uno stadio di vita ad un altro. La morte non è che il deporre di un cappotto: dopo di essa l’uomo si trova nel suo corpo spirituale e continua la sua vita.
Si può obiettare che l’uomo in questo cambiamento diventi invisibile, ma in realtà l’uomo è sempre invisibile. Quello che di lui si vedeva prima della morte, non era che il corpo da lui abitato, una sorta di vestito indossato dal vero uomo in esso celato. Dopo la morte egli abita in un corpo più sottile che trascende la vista ordinaria, ma che non è tuttavia fuori dalla nostra portata. È necessario rinunciare alla credenza a cui siamo stati abituati.
La vita dopo la morte è molto diversa da come la immaginavate
La persona che voi credete dipartita, vi è in realtà tuttora vicina, solo voi non vi accorgete della sua presenza, perché non potete vederla. Perché i nostri occhi percepiscono solo pochissime delle vibrazioni esistenti in natura e quindi noi vediamo solamente quelle sostanze che riflettono tali particolari vibrazioni.
La morte non porta alcun mutamento all’uomo. Essa non lo fa diventare ad un tratto un angelo o un santo. Il giorno dopo la sua morte egli è precisamente lo stesso uomo del giorno prima, con gli stessi sentimenti, le stesse disposizioni, lo stesso sviluppo intellettuale con la sola differenza che ha perduto il corpo fisico.
Ma ci sono infelici nel mondo dell’oltretomba? Sì, vi sono. Poiché quella vita è il seguito inevitabile di questa, ed ogni persona rimane la stessa di quando era viva.
Come possiamo metterci in contatto con loro?
Ci sono due momenti in ogni nostra giornata che possiamo utilizzare per contattare i defunti: sono il momento in cui ci addormentiamo e il momento in cui ci risvegliamo. E’ necessario però concentrarsi, avere un atteggiamento ricettivo, e staccarsi dalle attività. L’addormentarsi e lo svegliarsi durano solo un attimo, ma se si acquista sensibilità per questi due momenti, avremo le migliori notizie dal mondo spirituale.