Meglio non abbreviare il 2020: il rischio è quello di cadere vittime di truffe. Il nuovo anno è appena iniziato e ognuno di noi è alla prese con la difficoltà di ricordarsi di scrivere la data giusta sui documenti vari e dossier.
Quest’anno però la cosa si fa un po’ più “complicata”, perché gli esperti consigliano di eliminare l’abitudine di abbreviare la data, almeno per questo 2020. Vediamo insieme perché.
Meglio non abbreviare il 2020: ecco perché
L’abitudine di abbreviare la data alle ultime due cifre decimali è sicuramente molto diffusa. E così fino a qualche giorno fa eravamo soliti scrivere ’19 al posto di 2019.
E da qualche giorno, quel ’19 si è trasformato in ’20. Peccato che, secondo gli esperti, quest’anno sarebbe meglio evitare di abbreviare la data. Il motivo? Potremmo cadere vittime di truffe.
La cifra 20, infatti, può essere modificata in modo molto veloce per dare origini a frode. Proviamo a fare qualche esempio.
Prendiamo per esempio un assegno datato 2/5/20. Qualche furbetto potrebbe decide di modificare quest’assegno aggiungendo un “21” alla fine della data.
Il nuovo titolo di credito avrebbe così una nuova data: 2/5/2021. In pratica, si trasformerebbe in un titolo di credito ancora utilizzabile e non più con una data scaduta.
Ma gli esempi possono essere tantissimi. Le date infatti possono andare avanti nel tempo oppure anche indietro. E così un semplicissimo “20” può trasformarsi in “2005” e dunque far scadere documenti ancora validi.
Insomma, secondo la polizia statunitense, la prima ad aver lanciato l’allarme, per quest’anno sarebbe meglio scrivere la data per intero.
Il consiglio, diffuso anche dalla cnn, è stato appunto quello di non abbreviare il 2020. Qualcuno ha anche consigliato di inserire un segno (solo se verrà accettato) alla fine della data. Ad esempio un cancelletto scritto dopo il “20” che impedisca di aggiungere altre cifre.
Anche se basterebbe anche lo stesso apice (’20) ad evitare truffe. E a proposito di nuovo anno, ecco quali saranno le nuove tasse nel 2020.