Papa Giovanni Paolo II, durante il 4 Maggio del 1984, si trovava in visita all’Isola coreana di Sarok. Una ex colonia in cui molti malati andavano a farvi visita e dove ricevevano le cure e i trattamenti adeguati. Con il Papa, era anche presente Arturo Mari, ovvero il fotografo ufficiale e personale del Papa.
Mari andava con il Papa in tutti i viaggi. Il protocollo il 4 Maggio del 1984 suggeriva che il Papa dovesse entrare nel padiglione di Sarok. Avrebbe dovuto dire una preghiera, fare un discorso, ma quando il Papa vide la scena, decise di cambiare programma. Il programma non prevedeva che il Papa dovesse rimanere lì, ma lo fece.
Rimase lì, in ogni momento, senza nessun problema. Non si tirò indietro. Per questo è ricordato come il Papa Buono.
Cominciò a baciare uno per uno tutti i lebbrosi presenti. Mari afferma che il Papa era un vero uomo di Dio. Un santo vivente, descrive, qualcuno che non aveva paura di niente e di nessuno, in ogni caso.
Papa Giovanni Paolo II: una testimonianza importante
Mari afferma che quel giorno Papa Giovanni Paolo II fece un gesto davvero importantissimo. Si avvicinò davvero all’ideale di religione che la Chiesa ha sempre perpetrato. Ha voluto stare con i più deboli.
Il fotografo del Papa racconta anche cosa accadde il 2 Aprile del 2005, ovvero poche ore prima che morisse il Papa. Una storia, una testimonianza preziosa che ancor di più ci aiuta a capire la figura di Giovanni Paolo II.
“Guardi le sue mani, la forza delle sue mani, come afferra la croce. Sono rosse e sta compiendo uno sforzo, come se tutta la sua vita fosse in quella croce.” Un aneddoto che lega i due, e che Mari ha raccontato in una intervista.
“Si è voltato e mi ha sorriso, e i suoi occhi erano enormi. Bellissimi! Da anni non li vedevo così. Mi sono inginocchiato per via del momento, è stato più forte di me. Mi ha preso la mano, me l’ha accarezzata.
Dopo un po’ ha detto ‘Arturo, grazie, grazie’”.