Una pianta sacra, dai benefici per la salute e non solo. Il basilico è una delle piante più amate dagli italiani. Simbolo dell’estate, possiamo preparare numerosi manicaretti. Aggiungendolo al sugo di pomodoro fresco, porta quel sapore in più.E poi come possiamo non citare lui, il pesto alla genovese?
Ma oggi non ci occuperemo delle ricette, bensì delle proprietà terapeutiche di questa pianta e delle leggende. Il suo nome deriva dal greco basilikos, ovvero “pianta degna di un re“.
Pare che le sue origini siano legate all’India. Poi, grazie ai mercanti di spezie, fu portato in Occidente. I Greci e Romani credevano che, per far crescere una piantina sana di basilico, fosse necessario seminare, accompagnando tale operazione con insulti e maledizioni.
Il famoso naturalista romano Plinio era convinto che i semi del basilico, e non le foglie, fossero potenti afrodisiaci. In seguito, grazie a queste caratteristiche afrodisiache, è diventato il vero simbolo degli innamorati.
Anche i Galli ritenevano il basilico una pianta sacra, tanto che le sue foglie venivano raccolte solo da coloro che avevano seguito un complesso rituale di purificazione.
I Galli coltivavano il basilico in luglio, agosto fino a quando era in fiore. I mietitori di questa pianta sacra dovevano sottoporsi a rigorosi rituali di purificazione.
La santità del basilico è tenuta in grande considerazione anche dagli egiziani, che lo usavano per la preparazione di balsami adoperati nell’imbalsamazione dei morti.
La pianta sacra: il basilico
Nel Medioevo, al fine di raccogliere il basilico, si doveva purificare la mano destra in tre diverse sorgenti, poi si doveva utilizzare un ramo di quercia e indossare vestiti di lino bianco.
Nel Decamerone di Boccaccio troviamo una delle più strane storie d’amore che ha come protagonista la pianta del basilico. Boccaccio nella V Novella, giornata IV, racconta la storia di Elisabetta da Messina che ha seppellito la testa del suo amato Lorenzo, barbaramente assassinato dai suoi fratelli gelosi, in un grande vaso di basilico, che ha innaffiato tutti i giorni con le lacrime.
Nel Medioevo, inoltre, il basilico è utilizzato anche per gli esorcismi e quindi per scacciare i demoni dal posseduto, e si credeva che esso potesse compiere miracoli in caso di peste e che potesse curare la debolezza fisica dell’uomo.
Nel Rinascimento le proprietà culinarie e terapeutiche del basilico sono state definitivamente riconosciute quando Cosimo de’ Medici lo ha incluso tra i profumi del ‘Giardino dei Semplici’ (1545). Ma in tutto il mondo il basilico è noto soprattutto per il suo utilizzo nella preparazione della salsa più preparata sulla terra: il pesto!
La storia del pesto
Storicamente il basilico è arrivato in Liguria tra la seconda metà dell’XI e l’inizio del XII secolo e in particolare a Genova seguendo le imprese del comandante genovese Guglielmo Embriaco, noto come Capo di Chainmail.
Il capo lo coltivava e ha affidato questo suo segreto al capitano Bartolomeo Decotto. Il capitano ha sperimentato le caratteristiche terapeutiche del basilico, quando era in Palestina durante le crociate e al suo ritorno a Genova portò con se alcuni sacchi di semi. E così è nata una vera e propria leggenda sul basilico.
In un primo momento, le foglie di basilico sono utilizzate solo come medicina. Poi lavorando con il pestello per ottenere unguenti, qualcuno aggiunse l’olio d’oliva da utilizzare come crema per le irritazioni della pelle.
Si dice che accidentalmente la crema sia caduta sul pane e così è nato il pesto! Leggende e superstizioni hanno sempre accompagnato la storia delle spezie e delle erbe aromatiche.