La Sacra Sindone, immagine di un defunto? La nuova ipotesi. Si è da sempre detto che è la Sindone di Torino fosse l’immagine di una defunto.
Ad oggi però pare che ci siano delle novità introdotte dal dottor Bernardo Hontanilla Calatayud, dell’Università di Navarra in Spagna. Quest’ultima pare che abbia pubblicato la sua scoperta sulla rivista Scientia ed Fides.
In quest’ultima l’esperto pare abbia pubblicato un articolo inedito relativo alla misteriosa figura rimasta impressa sulla Sindone di Torino dandone una spiegazione scientifica. Su che cosa si basa la scoperta dell’esperto? Scopriamolo insieme.
Sacra Sindone la nuova scoperta e spiegazione scientifica
Secondo quanto riferito dal dottor Bernardo Hontanilla Calatayud, sembra che la figura non corrisponde una persona defunta così con me tradizionalmente si pensava. La formula apparterrebbe quindi ad una persona viva che è però si sta alzando.
Sarebbe stata analizzata la postura del corpo impressa sulla Sindone. Ebbene, i solchi facciali riscontrati, hanno fatto intendere che la persona fosse viva. “La Sindone di Torino mostra segni di morte e di vita di una persona che ha lasciato la sua immagine impressa in un momento in cui era viva”. Sono queste le parole del Dottore.
Perchè si tratta di una persona viva e non di un defunto?
Per rispondere a questa domanda, dobbiamo sottolineare come gli esperti abbiano analizzato parecchie cose. In primis si è fatto riferimento alla rigidità e postura della figura che in genere è una caratteristica dei defunti.
Ebbene, il dottore sostiene che i segni di rigidità presenti nell’immagine non corrispondono ai segni di rigidità post mortem così come vengono spesso attribuiti. Come abbiamo anticipato, secondo l’esperto l’immagine apparterebbe ad una persona viva che si trovava in una posizione come per alzarsi.
Da un’analisi dettagliata non sarebbe stata riscontrata alcuna rigidità cadaverica nelle membra superiori.Questo andrebbe contro la tesi secondo cui l‘immagine appartiene a Gesù Cristo. Il motivo? Durante la crocifissione, i muscoli delle braccia hanno sopportato una pressione maggiore.
“La postura rigida di un crocifisso implicherebbe avambracci e articolazioni del carpo in semiflessione tipica, come osservato in molti cadaveri”. Questo quanto aggiunto dall’esperto.
Le conclusioni dello studio
In ultima analisi, lo studio si è basato su alcuni tratti del viso. Ebbene, è stata riscontrata la presenza di solchi nasogeniani e nasolabiali. Si tratta di linee d’espressione che sono provocate dall’azione dei muscoli e che tendono a scomparire nei pazienti con paralisi facciale o dopo la morte.
“Se la Sindone ha coperto il corpo di Gesù, è ragionevole pensare che sarebbe stato interessato a mostrarci i segni non solo della morte, ma anche della resurrezione, nello stesso oggetto.
Analizzando i tempi trascorsi dalla morte alla resurrezione e seguendo il racconto evangelico, sembra che Gesù Cristo volesse morire in quel momento, coincidendo con il sacrificio degli agnelli nel popolo ebraico, calcolando un tempo sufficiente perché il suo cadavere sopportasse la corruzione.
Insistiamo sul verbo ‘volesse’, perché Pilato stesso si sorprese per il fatto che non fosse morto molto presto”. Questa la conclusione a cui è giunto l’esperto.
Se hai trovato interessante la notizia, condividila sui social con i tuoi amici.