Quel santo nome fu per lei una liberazione. Sant’Alfonso Maria De Liguori le suo libro intitolato “Le glorie di Maria”, parla di una giovane ragazza di nome Maria che visse nel 1495 in Olanda. Un giorno quest’ultima venne mandata dallo zio al mercato di Nimega per fare delle commissioni.
Alla giovane venne dato anche l’ordine di rimanere la sera presso l’abitazione di una zia che viveva proprio in quella città. La ragazza senza fare storie obbedì, ma quella sera venne trattata molto male dalla zia e addirittura cacciata.
Era notte fonda e così Maria si mise in cammino per fare ritorno a casa. Tuttavia si era fatto notte e la ragazza ebbe delle difficoltà non indifferenti per tornare a casa tanto da chiamare il demonio a gran voce.
Questi, senza perdere un attimo le apparve e si prestò per aiutarla, a patto che la ragazza facesse una cosa per lui. Maria non avrebbe più dovuto farsi il segno della croce e avrebbe dovuto cambiare nome. A quel punto, la giovane gli disse: “Non mi farò più il segno della croce, ma il nome di Maria mi è troppo caro e non voglio cambiarlo”.
Il diavolo però andò su tutte le furie e la ricattò, dicendole che non l’avrebbe aiutata. Dopo un lungo tira e molla i due arrivarono ad un compromesso. Entrambi decisero che la ragazza si sarebbe chiamata con la prima lettera del nome Maria ovvero Emme.
Poi entrambi si diressero verso Anversa e Emme rimase con il diavolo per sei lunghi anni. La sua vita da quel momento fu davvero un incubo e la giovane era diventata un vero scandalo ormai per tutti.
Quel Santo Nome la liberò dal diavolo
Un giorno la ragazza disse al diavolo che avrebbe voluto rivedere la patria e così il demonio acconsentì. Arrivati a Nimega, i due si ritrovarono coinvolti nella rappresentazione di un’opera dedicata alla vita della Madonna.
Emme, che nonostante tutto aveva conservato ancora un pò di devozione verso la Madonna, iniziò a piangere e il diavolo fece di tutto per allontanarla da quel posto. La giovane però oppose resistenza e così il diavolo la fece saltare per aria e poi la fece cadere per terra.
Maria decise di raccontare tutto al parroco, che poi la inviò al vescovo di Colonia e poi al Papa. Quest’ultimo le impose una penitenza, ovvero portare costantemente addosso tre cerchi di ferro, uno al collo e due alle braccia.
Maria visse per diverso tempo a Maastricht in un monastero per penitenti per lunghi 14 anni.“Una mattina, alzandosi dal letto, trovò che i tre cerchi si erano rotti da soli. Due anni dopo morì in fama di santità e volle essere sepolta con quegli stessi tre cerchi, che da schiava dell’inferno l’avevano resa felice schiava della sua liberatrice”. Questa la conclusione della storia.