La prevenzione delle grandi e piccole malattie, come la sclerosi multipla, comincia sempre dalla tavola. Anche nel caso della sclerosi multipla è possibile aiutare il nostro organismo attraverso un’alimentazione fatta di cibi sani e che aiutano a prevenirla nel corso della nostra vita.
La sclerosi multipla è una malattia autoimmune cronica. Questa colpisce il sistema nervoso e causa un ampio spettro di segni e sintomi. Il vivere bene e mantenere in forma il nostro corpo è un qualcosa che deve iniziare con le abitudini alimentari.
Non a caso sono tantissimi gli esperti che consigliano di modificare la dieta al fine di inserire quei cibi ritenuti antiossidanti, antitumorali e similari. Permettono di creare una difesa immunitaria capace di fronteggiare le problematiche a monte.
Un discorso del genere può e deve essere fatto anche per malattie degenerative. Dunque diventa importante avere un regime alimentare che ci permetta di cominciare la lotta e la prevenzione a tavola, anche in tenera età. Più il nostro corpo è robusto, dall’infanzia all’età adulta, minori saranno i rischi di imbattersi in malattie degenerative, o tumori.
Cibi per prevenire la sclerosi multipla
Come abbiamo appena detto, la prevenzione comincia a tavola. Per questa terribile malattia centrale, le cause non sono ancora molto chiare ma un’attività di prevenzione può comunque cominciare a tavola così come sostenuto dalla fondazione italiana sclerosi multipla.
Lo studio in merito è stato condotto da Giuseppe Matarese. Lui è docente di patologia generale e immunologia presso l’università Federico II di Napoli, insieme a Luca Battistini. Quest’ultimo è vice direttore scientifico dell’irccs fondazione Santa Lucia di Roma.
A esprimersi sulla materia è stato il dottor Giuseppe Matarese che ad Adnkronos ha dichiarato: “Si è scoperto negli ultimi anni che ci sono una serie di mediatori prodotti dal tessuto adiposo con un’azione diretta anche sull’immunità.
Essendo l’immunità una dei principali ‘moventi’ meccanicistici della sclerosi multipla, se agiamo sulla capacita dell’organismo di far funzionare il sistema nutrizionale e sul grasso corporeo, la nostra ipotesi è che possiamo avere impatto sulla patogenesi e sulla progressione della malattia”.