Avete presente la frase “stare in campana“? Si tratta di un modo di dire che viene utilizzato per dire a qualcuno di fare attenzione.
Ma perché si dice proprio così? Esistono due tipi di versioni diverse per dare un significato a questo particolare modo di dire. Vediamole insieme.
Stare in campana: le origini di questo modo di dire
Quante volte vostra nonna vi ha detto di stare in campana? Magari quando andavate a giocare con i vostri amici o quando volevate fare il bagno in mare. Questa frase, infatti, viene usata per dire a qualcuno di fare attenzione, di stare in guardia.
Ma da dove proviene? Esistono due spiegazioni diverse. La prima trova il senso di questo modo di dire nelle abitudini dei nostri antenati.
Nei tempi in cui tutta questa tecnologia non si poteva neanche immaginare, il tempo veniva scandito dai rintocchi delle campane. Le campane erano quindi un modo per fare sapere alle persone quando fosse arrivato il momento di pregare e più in generale che ora fosse.
Allo stesso tempo, però, avevano anche un’altra funzione: dovevano avvertire in caso di pericolo. Ogni emergenza all’interno di una città era annunciata dai rintocchi delle campane.
Da qui, probabilmente, questo modo di dire. “Stare in campana” nel senso di stare attenti, perché se suonano le campane vuol dire che c’è un pericolo imminente.
Secondo un’altra versione, invece, il significato di questo modo di dire sarebbe legato alla pallacanestro. All’interno di un campo da basket, infatti, con il termine campana si indica l’ultimo tratto di campo prima del canestro.
In poche parole, l’ultimo lembo di campo a disposizione delle difesa per impedire all’attacco di segnare un canestro. In pratica, la zona in cui prestare massima attenzione, la zona in cui i giocatori devono stare in campana.
Insomma, dietro a questo modo di dire così particolare, si nascondono due origini diverse. Da una parte c’è una spiegazione legata ai nostri antenati, dall’altra ce ne è un’altra legata al basket.