Dietrofront De Luca. Lo aveva annunciato nella solita diretta Facebook del venerdì il governatore della regione Vincenzo De Luca: la chiusura totale della Campania a partire da domenica. Invece dopo il confronto con il governo nella conferenza delle regioni ha dovuto fare dietrofront.
Isolato dal resto d’Italia che non vedono la soluzione della chiusura totale come quella più idonea in questo momento, De Luca ha dovuto rinunciare.
“Il governo non intende assumere drastiche misure restrittive a livello nazionale. Diventa quindi improponibile realizzare misure limitate a una sola regione, al di fuori quindi di una decisione nazionale che comporterebbe anche incontrollabili spostamenti al di fuori dei confini regionali” – ha fatto sapere la regione in una nota.
“Continueremo a seguire la nostra linea di rigore, senza cambiare di una virgola, come è nostro dovere fare” – ha però promesso De Luca.
Dietrofront De Luca: tra i motivi anche la mancanza di un piano socioeconomico
Un altro motivo che ha spinto il governatore non solo a rinunciare al lockdown ma anche ad opporsi alla scelta del governo di chiudere bar e ristoranti alle 18 e la domenica è stata: la mancanza di garanzie e di un piano socioeconomico per i ristoratori messi sul lastrico da questa decisione, se verrà confermata nel nuovo DPCM che dovrebbe entrare in vigore da domani.
Per De Luca la didattica a distanza a suo avviso deve rimanere al cento per cento, con l’eccezione dei soli asili. Inoltre i locali pubblici vanno chiusi alle 23 invece che alle 18 come previsto dal nuovo giro di vite nazionale. In assenza di chiusure complessive “è inutile penalizzare intere categorie” – ha detto.
Nel nuovo DPCM che dovrebbe essere presentato questa sera dal premier Conte si prevede la chiusura di palestre, piscine, cinema e teatri. Poi la sospensione di ogni evento fieristico o convegni. Si sta ancora dibattendo sull’orario di chiusura di bar e ristoranti e l’orario di coprifuoco notturno. Nel decreto dovrebbe essere anche inserito un invito e non un obbligo a non allontanarsi dal proprio comune di residenza se non per motivi gravi o di lavoro.