Cambia l’epidemia del contagio nel paese: i nuovi focolai sono nelle case. Come abbiamo imparato a capire in queste settimana, l’epidemia si evolve e cambia nel tempo. L’evoluzione della pandemia, come acclarato dagli epidemiologi negli ultimi giorni, sta spostando i focolai nelle case.
Lì dove ci sono tantissime persone in quarantena a rischio infezione che, quindi, non hanno potuto effettuare il test. O chi è in quarantena obbligatoria presso il proprio domicilio perché non ci sono posti negli ospedali di zona.
Di sicuro è che non è arrivato il momento di allentare la presa o di gridare allo scampato pericolo, come riporta Today. La strada è ancora tutta in salita, è ce lo dimostra l’andamento dei contagi delle ultime ore.
Altro dato acclarato che si è potuto analizzare dall’inizio della pandemia ad ora, così come affermato anche da uno studio CEO di Logol AG, “il parametro per finire in terapia intensiva è il genere, non l’età dei pazienti”.
Difatti, non è l’età ad influire sul ricovero in terapia intensiva, quanto piuttosto la probabilità maschile che è 5 volte superiore a quella femminile.
Epidemia da Coronavirus: i nuovi focolai
Ciò nonostante, i tassi di mortalità, comunque salgono in base all’età dei pazienti. Quindi resta di fatto che gli anziani devono sempre essere i più tutelati.
Questo è quello che emerge dalle varie analisi con le quali il Governo si prepara alla fase II, tenendo in considerazione tra assi fondamentali: sanità, economia e società.
Certo, il “grosso” della pandemia ce lo siamo lasciati alle spalle, anche se per i dati definitivi si dovrà aspettare la fine concreta della malattia, ma ora la necessità resta quella di poter superare anche quella dei contesti familiari, così da poter ripartire, con idee chiare sui prossimi passi da poter compiere.
Per ora, così come dichiarato poco fa in conferenza stampa dal Ministro della Salute Roberto Speranza “Si sta lavorando a una risposta di sistema per riportare famiglie, imprese e persone a ricominciare a vivere pienamente le proprie esistenze ma fino a quando non avremo un vaccino il distanziamento sociale è l’unica arma che abbiamo”.