L’ictus colpisce maggiormente le donne. Questo è quanto afferma Valeria Caso, neurologa, che lavora presso l’European Stroke Organisation. Le donne sono più soggette allo stress, all’ansia e conducono uno stile di vita fuori dalla normalità. Il motivo? Far combaciare lavoro, famiglia e casa.
La Caso decide di approfondire la tematica, discutendo delle statistiche. L’Ictus Ischemico, afferma, ha una maggiore prevalenza nelle donne. Pare che sia, infatti, tra le principali cause di mortalità per il genere femminile. Secondo la Caso, gli uomini si trovano in una “Fortezza Rosa”.
Sono spesso le donne a prendersi cura di lui, in quanto madri, figlie, sorelle o mogli. “La statistica riporta che, quando un uomo ha un ictus, il decorso procede molto meglio. Invece, quando lo hanno le donne, quest’ultime vanno in ospedale troppo tardi e operare diventa più complicato.” Afferma.
Durante una intervista a Il Messaggero, Caso aggiunge che sono le donne a prendersi cura del malato in casa. Tuttavia, quando sono loro a stare poco bene, vogliono ugualmente svolgere le mansioni di prima, impedendo il recupero.
Nella maggior parte dei casi, le donne sono più a rischio ictus dopo i 65 anni di età. Inizialmente, la neurologa credeva che la causa fosse da ricercare nella biologia, in una “naturale” predisposizione. Tuttavia, non è così.
Ictus: incidenza maggiore nelle donne
Approfondendo la salute e la vita di una donna, è emerso che il genere femminile è molto più affaticato rispetto agli uomini. Tornano al lavoro subito dopo la gravidanza o una malattia, svolgono più mansioni, cercano di raggiungere i successi spesso a discapito della salute.
Sfruttando medesimi cure e tempi di recupero, anche per le donne potrebbe aumentare la possibilità di sopravvivenza e accelerare il decorso positivamente. “Il doppio delle donne muore nel primo mese dall’evento rispetto agli uomini”, dice la Caso.
“L’ideale sarebbe concedere alle donne pari diritti e pari dignità soprattutto sul lavoro. Normalmente le donne vivono più a lungo degli uomini, è un fatto. Ma negli ultimi anni della loro vita non sono quasi mai in salute perfetta. Non va bene essere multitasking.
Non possiamo chiedere al nostro corpo di esagerare, di lavorare il triplo. Ogni donna ha il diritto di vivere bene, senza alcuna discriminazione. Lo stress e l’ansia possono generare diversi problemi con il tempo.”
La neurologa porta, infine, l’esempio di una donna marocchina che aveva conosciuto. Dopo un ictus, la donna ha ripreso a lavorare, a svolgere le mansioni di prima e ad affaticarsi, poiché temeva di essere rispedita in Marocco dal marito. Un fatto che dovrebbe farci riflettere.