Il Martire che fa piangere il cielo, San Lorenzo patrono di diaconi, cuochi e pompieri. Il Martire ha ispirato tante opere d’arte, testi di pietà e detti popolari per tantissimo tempo. Eppure, sarebbe una leggenda il fatto che il diacono scelto da Papa Sisto II per poter assistere gli orfani e le vedove della diocesi di Roma sia stato arso vivo su una graticola.
Da moltissimi anni si parla della notte di San Lorenzo come di un appuntamento da non perdersi per nessuna ragione al mondo.
Si tratta di una notte speciale, in cui c’è la tradizione delle stelle cadenti. Pare che sia stato Giovanni Pascoli ad interpretare queste stelle cadenti come le lacrime celesti per il martirio subito dal martire.
Il Martire che fa piangere il cielo, San Lorenzo e la sua storia
Il Martire, è il patrono di diaconi, cuochi e pompieri. E’ stato da sempre raffigurato in un modo preciso e dettagliato, ovvero come il titolare della necropoli della via Tiburtina a Roma.
Lorenzo è morto martire per Cristo sotto l’imperatore Valeriano. Il suo corpo si trova sepolto nella cripta della confessione di San Lorenzo e con lui si troverebbero anche i Santi Stefano e Giustino.
Si dice che dovette subire un martirio e nello specifico non si sa se venne bruciato con graticola messa sul fuoco ardente. Stando ad una antica passione raccolta da sant’Ambrogio pare che San Lorenzo sia stato bruciato sopra ad una graticola.
Da sempre, il 10 agosto ovvero il giorno di San Lorenzo è associato al fenomeno delle stelle cadenti, che evocano i carboni ardenti su cui il martire dovette camminare e dove venne martirizzato.
Proprio in questi giorni la Terra dovette attraversare lo sciame meteorico delle Perseidi e l’atmosfera attraversata da un numero di piccole meteore più alto del normale.
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