Nuova ondata coronavirus ad ottobre. Il ritorno di alcuni focolai di epidemia da coronavirus erano stati messi in preventivo dal comitato scientifico. Quanto sta accadendo in queste ore a Mondragone e al deposito Bartolini di Bologna è attentamente visionato e si sta cercando di tenere sotto controllo la situazione.
Che erano previsti il ritorno di nuove ondate locali dopo la riapertura dell’Italia è confermato anche da dottor Andrea Crisanti direttore di microbiologia dell’università di Padova.
Intervistato da Repubblica ha ribadito come il virus non è andato via ma è ancora in circolo tra la popolazione. Fondamentale è il ruolo degli asintomatici che contribuiscono alla diffusione.
Nel caso dei focolai diventa importantissimo secondo Crisanti il ruolo delle ASL territoriali che devono trovare i casi in modo tempestivo e isolarli. Come sta accadendo a Bologna e a Mondragone dove si stanno effettuando migliaia di tamponi per isolare immediatamente i positivi.
La situazione più seria resta quella della cittadina in provincia di Caserta. Ci sono anche problemi di ordine pubblico tra i cittadini della città e quelli di nazionalità bulgara che hanno avviato il focolaio. Il ministro dell’Interno ha inviato l’esercito per controllare la zona rossa affinché nessuno la lasci senza autorizzazione.
Ottobre mese da attenzionare per possibile nuova ondata
Ma in caso di un’elevata ondata di positivi è probabile un nuovo lockdown circoscritto localmente? Secondo il dottor Crisanti è un ipotesi da non escludere perché è fondamentale isolare la circolazione del virus.
Il mese importante da tenere d’occhio sarà comunque quello di ottobre dove complice l’aria più umida, le temperature più basse e un maggior stazionamento in casa, potrebbe esserci un aumento del rischio di contagio. Il tutto condito anche da un aumento delle malattie da raffreddamento che potrebbero portare ad un effetto confondente.
Per questo è fondamentale incoraggiare la popolazione, almeno quella più a rischio a fare il vaccino antinfluenzale. Anche se resta da capire quanti milioni di dosi abbia acquistato l’Italia visto che non si conosce ancora il numero.
Per Crisanti è assurdo prenotare 40 milioni di dosi di un vaccino contro il coronavirus che non esiste ancora e non sapere quante ne sono state acquistate per l’influenza.