Il giorno in cui Padre Pio sgrida il suo angelo custode. Padre Pio da Pietrelcina, noto semplicemente con il nome Padre Pio, passò alla storia per essere un presbiterio italiano. Apparteneva all’ordine dei frati minori cappuccini che la chiesa venera come Santo.
Ne celebra la sua memoria liturgica il 23 settembre, il giorno dell’anniversario della sua morte. La vocazione di Padre Pio nei confronti di Gesù comunque nei confronti della fede in generale si manifestò sin dalla sua tenera età, ovvero da quando aveva 8 anni in cui rimase per tante ore davanti all’altare della chiesa di Sant’Anna a pregare e dall’inizio proprio il suo cammino con i frati cappuccini.
Nel 1916 Padre Pio partì per Foggia presso il convento di Sant’Anna, il 4 settembre venne mandato a San Giovanni Rotondo dove restò per tutto il resto della sua vita. Circa un mese dopo ricevette per la prima volta le stigmate. Tanti furono i doni straordinari che pare accompagnarono la vita di Padre Pio come l’introspezione delle anime, i miracoli a lui attribuiti e quindi il beneficio della sua preghiera per i suoi fedeli che spesso ricorrevano a lui.
Padre Pio sgrida il suo angelo custode
Tante sono le testimonianze di persone che hanno avuto in qualche modo a che fare con Padre Pio che hanno ricevuto da lui dei miracoli, ma anche tante sono le testimonianze dello stesso padre Pio. Alcune di queste testimonianze sono raccolte nell’ epistolario di Padre Pio da Pietrelcina nella sezione corrispondenza con i direttori spirituali.
Tra questo vi è un racconto dello stesso padre Pio in cui sgrida il suo angelo custode e ne racconta l’incontro avvenuto. Padre Pio aveva infatti una fede davvero molto grande per il suo angelo custode e si rivolgeva a lui in continuazione, incaricandolo di svolgere anche delle mansioni molto strane.
Un giorno però accade che Padre Pio chiamò il suo Angelo ma lui si presentò in ritardo e quando gli apparì lo sgridò davvero in maniera piuttosto forte.
Ecco qui di seguito il racconto di Padre Pio
“Non vi dico poi in che modo mi stanno percuotendo quei disgraziati. Certe volte mi sento presso a morire. Sabato mi sembrò che mi volessero proprio finire, non sapevo più a quale santo votarmi.
Mi rivolgo al mio angelo e dopo essersi fatto aspettare per un pezzo Eccolo infine a leggermi intorno con la sua Angelica, voce cantava inni alla Divina Maestà.
Successe una di quelle solite scenate, lo sgridai aspramente di essersi fatto così lungamente aspettare. Io non avevo mancato di chiamarlo in mio soccorso per scaricarlo, non Volevo guardarlo in viso.
Volevo allontanarmi, volevo spedirlo. Egli Poverino mi raggiunse quasi piangendo mi acciuffa finché sollevato lo sguardo lo fissa in volto e lo trovai tutto spiacente.
Ti sono sempre vicino mio diletto giovine, egli dice. Io mi aggiro sempre alta intorno con quell’affetto che suscitò la tua riconoscenza verso il diletto del tuo cuore. Questo mio affetto per te non si spegnerà neppure con la tua vita.
Il suo emozionante racconto
Lo so che il tuo cuore generoso batte sempre per il nostro comune, tu attraverseresti tutti i monti, tutti i deserti per cercarlo. Per rivederlo, per riabbracciarlo in questi estremi movimenti. Dirgli che rompesse presto cotestà catena che ti tiene unita al corpo.. che non soffre più tanto da lui lontana che ti portasse con sé.
Digli che qui separato da lui, raccogli più tristezza che gioia. Tu lo vorresti proprio questo dono da lui ma non ti affaticare, tu devi aspettare un altro poco.
Egli Per adesso nulla può darti come il raggio di una stella il profumo del vento. Tu non accettare però di incessantemente domandarglielo poiché la sua Suprema Letizia è di averti con se.
E sebbene egli al presente non può accontentarti perché la provvidenza vuole che si sia in esilio per un altro po’ e gli finalmente finirà con l’accontentarsi almeno in parte”.
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