Siamo al Decimo Giovedì di Santa Rita. Oggi parliamo del suo amore per il divino, recitando prima una orazione e in seguito la parola, la virtù e il fioretto. La nostra amata Santa ha dato tanto per noi. I fedeli, così, per celebrarla, seguono le orazioni dei Quindici Giovedì.
Per tutta la sua vita, S. Rita ha vissuto nell’amore di Cristo. In ogni suo giorno, in ogni ora della sua esistenza, Rita ha pregato, ha mormorato parole d’amore, ha atteso. Dopo il racconto sul suo amore divino, saremo in Ascolto della Parola. Oggi capiamo che attendere è il nostro unico scopo.
Non possiamo sempre conoscere cosa verrà in futuro, e per questo dobbiamo avere fede. Perché il futuro è potenzialmente incerto, e a noi non è data la vista.
Dobbiamo essere pazienti e caritatevoli verso il prossimo. Non possiamo negare una mano o l’aiuto verso un nostro fratello e sorella.
Fede, speranza e carità: ecco in cosa dobbiamo riporre le nostre speranze. Ed è così che la virtù di questo giovedì è la Carità verso Dio.
Inoltre, il fioretto è dire un atto di carità. Passiamo dunque, dopo questa breve introduzione, al Decimo Giovedì di Santa Rita.
Segno della croce
Giovedì di Santa Rita: Si recita la seguente orazione

O gloriosa S. Rita, ci affidiamo con cuore lieto e riconoscente alla tua preghiera, che sappiamo potente presso il Trono di Dio.
Tu che hai vissuto le diverse condizioni della vita e conosci le preoccupazioni e le ansie del cuore umano, tu che hai saputo amare e perdonare ed essere strumento di riconciliazione e di pace, tu che hai seguito il Signore come il bene prezioso davanti al quale impallidisce ogni altro bene, ottieni per noi il dono della sapienza del cuore che insegna a percorrere la via del Vangelo.
Guarda alle nostre famiglie e ai nostri giovani, a quanti sono segnati dalla malattia, dalla sofferenza e dalla solitudine, ai devoti che a te si affidano con speranza: chiedi per tutti la grazia del Signore, la fortezza e la consolazione dello Spirito.
La forza nella prova e la coerenza nelle azioni, la perseveranza nella fede e nelle opere buone, perché possiamo testimoniare davanti al mondo in ogni circostanza la fecondità dell’amore e il senso autentico della vita, fino a quando, al termine del nostro pellegrinaggio terreno, saremo accolti nella Casa del Padre, dove insieme con te canteremo la sua lode per i secoli eterni. Amen.
L’amore divino di Santa Rita
Su tutta la vita di S. Rita domina, sovrano e incontrastato, l’amore verso Dio. La carità, che è l’amore sovrannaturale, è la virtù essenziale: per essa rimaniamo uniti e viventi in Dio, che è Amore.
La virtù della carità fu la guida d’ogni pensiero, di ogni desiderio, di ogni azione della nostra Santa. La sua carità si manifestava nelle sue ardenti aspirazioni, nelle invocazioni, nelle lunghe preghiere e nella meditazione della bontà divina, manifestatasi, soprattutto, nella passione e morte di Gesù.
In ascolto della Parola (1 Cor 13, 1-13)
Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna.
E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla.
E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi la carità, niente mi giova.
La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità.
Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. La carità non avrà mai fine. Le profezie scompariranno; il dono delle lingue cesserà e la scienza svanirà. La nostra conoscenza è imperfetta e imperfetta la nostra profezia.
Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà. Quand’ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Ma, divenuto uomo, ciò che era da bambino l’ho abbandonato.
Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia. Ora conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch’io sono conosciuto.
Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la carità!
Virtù: carità verso Dio
L’amore verso Dio è il primo e più grande comandamento della legge divina. Raccogliamoci in noi stessi e meditiamo con profonda attenzione questo precetto.
A Dio, sommo ed infinito amore, noi dobbiamo il più vivo amore. Lo dobbiamo amare perché per primo ci ha amato e per amore ci ha creati.
Ci ha mandato il suo stesso figlio unigenito per salvarci. Gesù, poi, per amore si è donato a noi: ha dato tutto se stesso per noi fino alla morte in croce. E poi ci ha lasciato ancora se stesso nell’Eucaristia.
Fioretto: dire l’atto di carità
Ripetere una volta al giorno l’atto di carità: “Io Dio, ti amo con tutto il cuore sopra ogni cosa, perché sei bene infinito e nostra eterna felicità; e per amore tuo amo il prossimo come me stesso, e perdono le offese ricevute. Signore, che io ti ami sempre più”.
Santa Rita.
Pater, Ave, Gloria