Tampone unico. Una bella novità nel campo dei tamponi. E’ partita la sperimentazione di un dispositivo 3 in 1 in grado di rilevare nel giro di 24 ore se un paziente ha contratto il coronavirus oppure è stato colpito dall’influenza A e B e dal virus respiratorio sinciziale (Vrs) responsabile della polmonite e prima causa di ricovero nei bimbi al di sotto dei 2 anni.
La sperimentazione partita dal 4 novembre all’Irccs Negrar di Verona sta dando ottimi risultati. “I dati rilasciati non registrano alcun caso di influenza nei primi 4.000 pazienti analizzati finora. Si va a riprendere il trend australiano del minore impatto dell’influenza stagionale, grazie alle misure di contrasto alla pandemia. Resta fortemente raccomandata la vaccinazione antinfluenzale” – hanno detto dal laboratorio.
Il vantaggio di poter eseguire tre test in uno per distinguere se si tratta di coronavirus, influenza o virus respiratorio sinciziale che colpisce soprattutto i bimbi, in soggetti che presentano sintomi comuni a tutti e tre questi virus, come tosse, febbre, raffreddore o mal di gola è davvero un ottimo risultato che permette di ridurre i tempi e capire subito di che patologia si tratta.
Tampone unico 3 in 1: come funziona
Il nuovo kit molecolare si basa su un tampone nasofaringeo. E’ lo stesso usato per Sars-CoV-2, ma cambiano i reagenti in grado di amplificare, contemporaneamente, gli acidi nucleici degli altri due virus respiratori.
“Escludere l’una o l’altra malattia contemporaneamente può avere un impatto estremamente rilevante sull’efficienza della sanità pubblica. E’ un momento in cui la curva epidemica purtroppo è ancora alta e potrebbe sovrapporsi alla curva influenzale” – ha detto la responsabile del servizio di Microbiologia e del Servizio autonomo di Epidemiologia laboratorio per le malattie tropicali dell’Irccs Negrar Francesca Perandin.
“Nei primi 4.000 pazienti analizzati non è emerso nemmeno un caso di virus influenzale. Possiamo ritenere che le principali misure messe in campo per spezzare la catena dei contagi da coronavirus, potrebbero contribuire a ridurre anche le altre infezioni. Infezioni respiratorie che si possono diffondere con droplet, le famose goccioline prodotte quando si respira o si parla” – specifica l’esperta.